Dieci domande e dieci risposte per capire il mondo dei bitcoin

Fino a dieci anni fa, poche persone avrebbero scommesso sul futuro del Bitcoin. E forse, sono stati in pochi a farlo. Ma la verità è che il mercato della moneta virtuale tiene duro, ed è oggi più vivo che mai. Lo scorso 5 dicembre, il valore di questa valuta ha superato per la prima volta la soglia di 100 mila dollari (usd). Diventa quindi difficile scostare lo sguardo, e si rivela utile per chiunque conoscere quantomeno l’essenza di un tema così vasto. Che cos’è un bitcoin? E come si usa? Ecco una guida, in 10 domande e risposte, per aiutare le persone a capirne di più sull’argomento. Per riuscire, in futuro, a “decriptare” con maggiore competenza il mondo della criptovaluta. Con il contributo del giornalista specializzato in Bitcoin Federico Rivi.

Che cos’è un bitcoin?

Un bitcoin (BTC) è un «sistema di moneta elettronica peer to peer». Questa la definizione dell’utente Satoshi Nakamoto. Lo pseudonimo di chi – una o più persone –ha inventato la valuta, pubblicando nel 2008 il documento che presentava la filosofia e il funzionamento del Bitcoin. Dalla lettura del paper originale, si apprende che bitcoin è una valuta digitale decentralizzata, e quindi una versione di denaro che permette di effettuare pagamenti online da un’entità a un’altra senza passare tramite un’istituzione finanziaria. Per esempio, una persona chiamata “A” e un’altra denominata “B” possono e potranno, grazie alla tecnologia Blockchain, scambiare denaro tra loro senza aver bisogno di un terzo garante, come ad esempio una banca. Quando ci riferiamo all’intero sistema blockchain digitale, è opportuno scrivere Bitcoin con la b maiuscola. Quando invece si scrive di bitcoin – con la lettera minuscola – si fa riferimento a tutte le unità di valuta virtuale create da Bitcoin.

Cosa vuol dire “peer to peer”?

In inglese, peer to peer (abbreviato spesso p2p) significa “tra pari”. E descrive un tipo di rete di comunicazione in cui ciascun nodo – ossia qualsiasi dispositivo in grado di inviare, ricevere o inoltrare dati – comunica direttamente con gli altri, senza la mediazione di un server. L’obiettivo del Bitcoin è quindi quello di escludere le istituzioni finanziarie dalla transazione tra due pari. Facendo cadere quel vincolo di “fiducia” con gli istituti di credito che prima delle valute digitali era indispensabile. Con la rivoluzione delle “cripto” viene meno la tradizionale architettura centralizzata, per lasciare spazio a un’architettura del tutto decentralizzata.

Foto esplicativa della tecnologia peer to peer
Come si acquistano i bitcoin?

Esistono molteplici modalità per l’acquisto di bitcoin, che differiscono per costi, affidabilità e privacy. Ma sono 3 i punti chiave che caratterizzano questo mercato: il metodo di pagamento, la piattaforma scelta per l’acquisto e la destinazione delle valute acquisite, ossia il “portafoglio” che le custodirà.

Il metodo di pagamento varia a seconda delle preferenze dell’utente. Che potrà concludere l’acquisto con una carta di credito, per mezzo di un bonifico bancario o tramite app di pagamento (come PayPal, Apple Pay, Google Pay). Ma anche di persona con denaro contante o addirittura col vecchio, ma pur sempre valido, baratto.

Ma dove si comprano i bitcoin? La modalità più comune e accessibile è quella degli exchange, che sono piattaforme di scambio specializzate nella compravendita di bitcoin e di altre criptovalute. Di exchange ne esistono molti, ma alcuni tra i più noti e affidabili a livello internazionale sono Coinbase, Bybit, Binance e Kraken. È consigliabile, soprattutto per i meno esperti, affidarsi a piattaforme consolidate e note come queste per l’acquisto di bitcoin reali.

La classifica attuale delle piattaforme di Exchange più affidabili secondo Coin Gecko
È possibile comprare bitcoin in banca?

In Italia, non è ancora possibile comprare bitcoin reali tramite la propria banca. C’è però la possibilità di investire in ETP (Exchange Traded Products) su bitcoin: prodotti finanziari quotati sul mercato azionario che seguono un indice. Tra questi prodotti, gli ETN (Exchange Traded Notes) ed ETF (Exchange Traded Funds) su bitcoin rappresentano due alternative per investire in criptovalute nel nostro Paese. Si tratta dunque di azioni, il cui acquisto riguarda un prodotto finanziario collegato a bitcoin, e non un bitcoin reale. Di conseguenza, non si avrà accesso alle chiavi private della criptovaluta, né si avrà la possibilità di utilizzarla al di fuori delle transazioni finanziarie consentite dal fondo.

Gli ETN, in particolare, sono titoli di debito emessi da istituzioni, per cui è da considerare il “rischio di controparte”. Ossia il pericolo che l’ente emittente, in questo caso la banca, non sia in grado di soddisfare i propri obblighi finanziari. Se l’emittente fallisse, gli investitori in ETN potrebbero perdere tutto o parte del loro investimento. Questo perché si tratta di prodotti di debito, quindi legati alla solvibilità dell’emittente e non al valore degli asset che replicano.

Schema esplicativo sugli ETP

Uno strumento simile è rappresentato dai CFD (Contract for Difference, in italiano Contratto per Differenza). Ossia degli strumenti finanziari derivati, chiamati così perché il loro valore deriva da una o più attività sottostanti (ad esempio azioni, indici, valute o obbligazioni). Nel commercio di CFD, l’investitore specula su alcuni prodotti finanziari, come in questo caso bitcoin. Se le previsioni sono corrette, è possibile ottenere un profitto basato sulla differenza tra i prezzi dell’attività sottostante al momento dell’acquisto e della vendita del CFD.

Sono molteplici le banche italiane che, in forme diverse, stanno includendo sempre di più i bitcoin e altre criptovalute nei loro prodotti. Tra queste: Banca Generali, Banca Sella, Fineco, Directa, Mediobanca.

Quanto costa un bitcoin?

Martedì 17 novembre 2024, il valore del Bitcoin ha superato di nuovo sé stesso, volando oltre la soglia dei 108.000 dollari ($). Lo scorso 5 dicembre, il valore del bitcoin aveva invece raggiunto per la prima volta la cifra di 100 mila dollari. Un dato che ha riacceso notevolmente l’attenzione collettiva sul tema, facendo aguzzare le orecchie anche a chi – fino a poco tempo prima – non si diceva interessato al mondo delle valute digitali. Quindi, ad oggi, possiamo affermare che un bitcoin costa circa 103.000$. Ma il numero è in continua oscillazione, e per investire nella valuta non è necessario l’esborso di una cifra simile. L’unità più piccola di Bitcoin è infatti il satoshi, che equivale a un centomilionesimo di bitcoin. Per sostenere un investimento, non si rende dunque necessaria l’acquisizione di un BTC intero, ma gli impegni sulla valuta possono partire fin da 1 dollaro.

I bitcoin sono sicuri?

Sì, i bitcoin sono resi sicuri dal sistema di crittografia della tecnologia Blockchain.

Per le valute digitali, infatti, la funzione del por tafoglio fisico è assolta dai wallet Bitcoin: dei software che memorizzano tutte le credenziali digitali per accedere, spendere e trasferire i bitcoin o altre valute digitali.

La crittografia asimmetrica del meccanismo Blockchain si appoggia su due chiavi di accesso: quella pubblica e quella privata. La chiave pubblica (o chiave di cifratura) corrisponde all’indirizzo associato a un certo wallet. Il mittente di una transazione in Bitcoin deve quindi conoscere la chiave pubblica del destinatario. E poi c’è la chiave privata (o chiave di decifratura) che è il codice che permette di confermare il possesso dei bitcoin e di sbloccarli per le transazioni. La chiave pubblica e quella privata sono indissolubilmente legate tra loro, e per generare una transazione è necessario l’uso congiunto delle due.

Spiegazione di chiave pubblica e privata nella crittografia Bitcoin
Esistono altre criptovalute?

Sì. E anche se la nascita del Bitcoin viene spesso associata alla nascita delle cripto, il BTC non è stata la prima valuta digitale, bensì la prima ad avere successo. Altre criptovalute in crescita sono Ethereum, Tether, XRP e Solana.

Qual è il futuro del Bitcoin?

Ho intervistato il giornalista e consulente bitcoin Federico Rivi, per trovare risposta alle ultime domande di questa guida, meno tecniche e più rivolte al futuro della valuta. In primis, gli ho domandato cosa ci si può aspettare, secondo la sua previsione professionale, da Bitcoin negli anni a venire.

Il giornalista bitcoin focused Federico Rivi

«Nessuno ha la sfera di cristallo, ma credo che il bitcoin sia qui per restare. È un settore all’inizio, e il bitcoin è un neonato» ha dichiarato Rivi. E a questo proposito ha aggiunto: «Ad oggi, gli utenti che utilizzano Bitcoin corrispondono più o meno agli utenti che utilizzavano internet a inizio anni ’90. Siamo all’alba di questa tecnologia.»

Che effetto avrà la presidenza Trump sul Bitcoin?

Sul fronte politico, Rivi ha dichiarato: «Ci sarà un boost di fiducia da parte di tutti gli investitori portato dal nuovo esecutivo americano, che cercherà di applicare delle regolamentazioni favorevoli.» E ancora «I politici cominciano a capire che c’è un incentivo a schierarsi a favore del Bitcoin pur di raccogliere una nicchia elettorale. Fino a qualche anno fa, pensare che Trump avrebbe vinto le elezioni strizzando l’occhio al mondo del Bitcoin era impensabile»

A cura di Riccardo Severino

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