Tre alluvioni e nessun intervento a Castel Guelfo, i residenti: «Siamo abbandonati dalle istituzioni»

 

«Siamo disperati. Castel Guelfo di Bologna è stato colpito da tre alluvioni e nessuno fa nulla». Così denunciano il mancato intervento da parte delle istituzioni i cittadini del paesino romagnolo. Una comunità impreparata a gestire un nemico sempre più imprevedibile: il cambiamento climatico e, spesso, l’incuria delle infrastrutture.

Tre alluvioni in un anno

Le immagini delle alluvioni che hanno travolto il comune in provincia di Bologna raccontano una tragedia collettiva. Mobili da buttare, ricordi di una vita distrutti, attività agricole azzerate. «Abbiamo paura di ogni temporale – racconta Silvia Lirvi, residente a Castel Guelfo da vent’anni – Non dormiamo più tranquilli. È come vivere sotto una minaccia costante». Il 17 maggio 2023 il fiume Sillaro, che scorre a 4 km dal paese, è straripato per la prima volta riversando l’acqua verso il centro abitato. Gli abitanti di Castel Guelfo, del tutto impreparati all’evento, hanno subito danni ingenti alle abitazioni e alle loro attività.

«Era la prima volta che capitava da che ho memoria» dice Silvia. A distanza di un anno, nel settembre 2024, però, il Sillaro esonda per la seconda volta. «Avevamo montato delle paratie e spostato qualche mobile, ma pensavamo fosse improbabile che capitasse di nuovo. La terza volta, invece, a ottobre 2024, eravamo decisamente più organizzati. Ma non possiamo aspettare che accada ancora per mettere alla prova la nostra preparazione».

 

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La minaccia di una nuova alluvione a dicembre

Le piogge incessanti delle ultime settimane hanno allarmato ancora una volta i cittadini, ormai terrorizzati all’idea che il Sillaro possa di nuovo esondare. «Il rischio c’era – racconta Claudia Manini – Ho monitorato la piena e il livello superava la soglia gialla». Claudia è esasperata. La madre, 80enne, ha dovuto trasferirsi in una casa di proprietà in Calabria perché le precedenti alluvioni hanno reso inagibile l’abitazione.

«Avevamo riparato i danni a nostre spese, quando la seconda alluvione ha distrutto di nuovo tutto. Mobili inutilizzati sono finiti per strada e i pavimenti hanno assorbito talmente tanta acqua che ora spuntano i funghi dalle fughe saltate. Sono contenta di non aver speso altri soldi per le riparazioni perché a ottobre, la terza alluvione mi avrebbe messa di nuovo ko».

Abbandonati dalle istituzioni

Ma come Claudia, i cittadini che hanno subito danni e perso ricordi sono tanti. In molti si dicono abbandonati dalle istituzioni. «Abbiamo ricevuto la visita del sindaco e anche della Vicepresidente di regione, Irene Priolo. Ci hanno mostrato vicinanza, ma ci aspettavamo interventi tempestivi e concreti che potessero aiutarci. Invece, dopo 19 mesi dalla prima alluvione siamo al punto di partenza» racconta Claudio Mimmi, pensionato di Castel Guelfo, aggiungendo: «Oltre al danno, la beffa. Il nostro comune non ha neppure fatto richiesta per ricevere i fondi stanziati».

Tabella dei comuni che hanno fatto richiesta per i fondi erogati          Fonte: il nuovo Diario Messaggero

Con l’ordinanza 33 del 9 settembre 2024, emessa quindi prima della nuova ondata alluvionale, il commissario straordinario Francesco Figliuolo ha «provveduto al finanziamento di ulteriori interventi di ricostruzione e riparazione per le urgenti necessità dei territori colpiti dalle alluvioni di maggio 2023». Si tratta di 867 milioni di euro stanziati, di cui quasi 33 milioni solo per il Nuovo Circondario Imolese.

Denaro che avrebbe potuto essere utilizzato per opere di manutenzione anche temporanee. «Avrebbero potuto usare quei soldi per effettuare lavori sul letto del fiume che negli ultimi anni si è alzato notevolmente o per ripulire la zona dalle sterpaglie o, anche, per il rifacimento della rete fognaria che non è in grado di far defluire una mole così importante d’acqua» racconta Nerio Rossi, sottolineando anche l’impossibilità di poter attingere al bonus paratie.

Nella foto tronchi e rami nei pressi del ponte di via Di Dozza

«La burocrazia è come sempre un ostacolo. Si può accedere al bonus solo se si è proprietari dell’immobile e se si è residenti da maggio 2023. Mia madre, quindi, che è un’usufruttuaria – chiarisce Nerio – non può ricevere quel denaro, così come le persone che hanno ricevuto la residenza a Castel Guelfo dopo maggio 2023, nonostante le loro case non siano state risparmiate dall’acqua. Così non si può vivere».

Cosimo Mazzotta

LAUREATO IN GIURISPRUDENZA ALL'UNIVERSITA' DEL SALENTO CON UN ANNO DI STUDI IN SPAGNA PER APPROFONDIRE LE TEMATICHE DI DIRITTO INTERNAZIONALE. MI INTERESSO DI CRONACA, POLITICA INTERNA E SPETTACOLO. MI PIACE IL DIALOGO IN OGNI SUA FORMA. SFOGO IL MIO SPIRITO CRITICO ATTRAVERSO LA PAROLA E IL DISEGNO.

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