Italia, campione di riciclo: un esempio per l’Europa nell’economia circolare

L’Italia si conferma leader europeo nel riciclo e nell’economia circolare, dimostrando che la sostenibilità può essere motore di sviluppo e innovazione. Puntare sull’economia circolare, infatti, non è più soltanto una scelta legata all’ambiente, ma rappresenta una mossa strategica fondamentale.

Il dibattito europeo

Il tema del riciclo è stato rilanciato dalla presidente della Commissione Ursula Von der Leyen con la proposta di una legge sull’economia circolare. L’obiettivo? Creare un mercato unico per i materiali secondari e rafforzare l’approvvigionamento di materie prime. Un’esigenza strategica per un continente che non può fare affidamento su abbondanti risorse naturali.

Un quadro aggiornato della situazione italiana è stato offerto dal rapporto Il riciclo in Italia 2024, presentato a Milano dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile. Il documento, frutto della collaborazione di 19 filiere del riciclo, evidenzia luci e ombre di un settore in cui l’Italia continua a eccellere. Il dato più significativo è l’indice di circolarità: il 20% dei materiali consumati nel Paese proviene dal riciclo, il doppio rispetto alla media europea. Un primato che resiste da dieci anni e che fa dell’Italia un punto di riferimento.

Report di Legambiente sul riciclo regione per regione
La classifica dei materiali

Edo Ronchi, presidente della Fondazione e del Circular Economy Network, sottolinea che i progressi non sono omogenei tra i vari materiali. Carta e cartone, con un impressionante 92% di riciclo, trainano i risultati insieme al recupero dei rottami ferrosi. Tuttavia, altri settori affrontano sfide complesse. La plastica si ferma al 49%, appena sotto il target europeo del 50%, frenata dal difficile smaltimento del plasmix, la plastica indifferenziata che finisce negli inceneritori. Anche il vetro, seppur con alti livelli di raccolta, risente delle oscillazioni del mercato.

Un’altra sfida riguarda gli pneumatici fuori uso: il polverino riciclato non potrà più essere utilizzato nei campi da calcio in erba sintetica, spingendo a esplorare nuove applicazioni, come gli asfalti modificati. Ancora più critico è il settore dei Raee (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche), dove il tasso di raccolta è ben lontano dall’obiettivo del 65%. Considerando l’importanza di materiali come batterie e pannelli fotovoltaici per la transizione energetica, migliorare in questo ambito è cruciale.

Leader di un settore
Edo Ronchi, ex ministro dell’ambiente nel governo Prodi, Dalema I e II

Nonostante queste difficoltà, l’Italia resta un esempio virtuoso. «Siamo leader nell’economia circolare, ma per mantenere questa posizione è necessario un supporto deciso da parte dell’Europa», spiega Ronchi, che auspica misure incisive come quelle annunciate dalla Commissione e dal Clean Industrial Deal. Un impulso che potrebbe estendere l’approccio circolare a tutta la filiera produttiva, contribuendo non solo alla sostenibilità ma anche al rilancio economico.

Il messaggio è chiaro: investire nell’economia circolare non è più solo una questione ambientale, ma una strategia essenziale per garantire competitività e sicurezza economica.
E l’Italia, con i suoi successi e le sue sfide, mostra la strada da seguire.

Cosimo Mazzotta

LAUREATO IN GIURISPRUDENZA ALL'UNIVERSITA' DEL SALENTO CON UN ANNO DI STUDI IN SPAGNA PER APPROFONDIRE LE TEMATICHE DI DIRITTO INTERNAZIONALE. MI INTERESSO DI CRONACA, POLITICA INTERNA E SPETTACOLO. MI PIACE IL DIALOGO IN OGNI SUA FORMA. SFOGO IL MIO SPIRITO CRITICO ATTRAVERSO LA PAROLA E IL DISEGNO.

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