La maggiore fonte di guadagno per la famiglia Assad era la droga. È dell’11 novembre la scoperta di un enorme magazzino pieno di amfetamine in una base militare vicino a Damasco. Secondo il governo britannico il commercio di droga avrebbe generato solo nel 2022 ricavi per circa 57 miliardi di dollari.
IL CAPTAGON
Il captagon è un’amfetamina molto usata tra i guerriglieri islamisti in combattimento, tanto da essere soprannominata “la droga dei jihadisti”, perché non fa sentire la fatica e la paura. È stata consumata anche dagli attentatori del Bataclan nel 2015. Il prezzo medio è molto basso, circa 3,5 euro a dose, e anche per questo è molto diffusa. Il regime di Assad si è finanziato per anni grazie al suo commercio e tutt’ora rappresenta la principale merce di esportazione e fonte di guadagno del Paese. La Siria infatti è considerata il più grande produttore al mondo, vendendo circa l’80% delle forniture globali.
La produzione in massa di droga risale al 2011. Dopo lo scoppio della guerra civile lo Stato ha iniziato a dare ai propri soldati il captagon. Successivamente la Siria ha cominciato a esportarlo intorno al 2013, quando alcune fabbriche chimiche nelle città di Aleppo e di Homs sono state convertite alla produzione della droga. Intanto l’economia del Paese era in forte crisi a causa della guerra e delle sanzioni economiche. Ad aggravare la situazione si aggiunge la corruzione del regime, ulteriore fattore di instabilità.
L’USO POLITICO DELLA DROGA
Gli Assad hanno sempre negato di essere mai stati coinvolti nel traffico di droga. Infatti, secondo il governo siriano il captagon sarebbe così diffuso a causa del vuoto di potere presente in alcune zone del Paese provocato da ingerenze straniere. Tuttavia, gli elementi che suggeriscono una responsabilità dell’ex dittatore sono molti.
Innanzitutto, la quarta divisione dell’esercito, che controlla una grossa parte dei traffici, è comandata da Maher al Assad, il fratello minore dell’ex dittatore. Il captagon sarebbe stato un’arma nelle mani del regime. Molti infatti sostengono che abbia permesso agli Assad di avere la fedeltà della popolazione alawita, una minoranza religiosa musulmana che ha rappresentato per molto tempo la base del consenso del regime. I traffici inoltre vedono la collaborazione di diversi attori, anche esterni al Paese, come Hezbollah. La milizia libanese infatti ha dato il proprio sostegno acquisendo ampie porzioni di terra in Siria dove ha esteso le coltivazioni di hashish e la produzione di captagon. Anche i curdi sarebbero coinvolti nei traffici e gestirebbero le rotte che passano attraverso il confine nordorientale dell’Iraq e raggiungono l’Europa.
A cura di Chiara Brunello