Smartphone e piattaforme digitali catalogate come dannosi per la salute mentale dei giovani. Partendo da questa constatazione, un comitato di esperti ha presentato una proposta di legge al governo spagnolo per contrastare l’uso improprio dei dispositivi tecnologici.
L’ “epidemia” della tecnologia
A gennaio il primo ministro socialista Pedro Sanchez aveva riunito il team per contrastare l’uso della pornografia online tra gli adolescenti. «Un’autentica epidemia» secondo il Capo di governo. Per raggiungere l’obiettivo, erano stati convocati 50 studiosi tra psicologi e sessuologi, i quali hanno esaminato l’accesso dei bambini ai contenuti espliciti e il loro consumo di dispositivi digitali. Includendo diagnosi sociologiche e neuroscientifiche, hanno poi presentato misure per salvaguardare i giovani e riconoscere con una normativa la dipendenza da telefonia mobile quale un «problema di salute pubblica». Il rapporto servirebbe a integrare un progetto di legge che, se approvato, porterà un grande cambiamento per la Spagna.
Le proposte degli esperti
Per gli esperti, si dovrebbe innanzitutto segnalare sui dispositivi avvertenze sanitarie come quelle che trovabili sui pacchetti di sigarette. Le etichette, si legge nel rapporto, dovrebbero «apparire sugli schermi indicando i rischi per la salute e il tempo massimo di utilizzo consigliato». Tra le altre indicazioni, gli studiosi vieterebbero l’esposizione ai cellulari ai bambini fino a 3 anni e proporrebbero dai 6 anni un uso in via eccezionale. Fino ai 12 anni i ragazzi dovrebbero possedere telefoni solo per effettuare chiamate e fino ai 16 non potrebbero aprire account social. I medici, invece, dovrebbero effettuare regolarmente controlli agli adolescenti per analizzare eventuali problemi d’ansia e di depressione. Disturbi che possono essere causati da un utilizzo eccessivo dei dispositivi. Il governo, infine, dovrebbe attuare una campagna educativa nazionale con il fine di informare correttamente i giovani su come navigare su internet e i rischi a cui vanno incontro.
E il resto del mondo?
Il rapporto si inserisce nelle iniziative effettuate dagli altri Paesi europei per contrastare la “dipendenza” da smartphone. Per esempio, in Gran Bretagna, Francia e Belgio è proibito l’uso dei cellulari per i minori di 16 anni. In Ungheria i dispositivi sono requisiti agli studenti prima di entrare nell’istituto, mentre in Grecia si può portare nelle aule, ma senza usarlo. L’Italia si inserisce nel filone con la circolare dell’11 luglio del Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara: il governo ha così vietato l’uso di cellulari fino alle scuole secondarie di primo grado. Anche l’ONU, Organizzazione della Nazioni Unite, è intervenuto nella faccenda affermando che i cellulari dovrebbero essere banditi dagli istituti. Il divieto consentirebbe di migliorare l’apprendimento, evitare distrazioni e affrontare disagi in classe.
A cura di Michela De Marchi Giusto