Con il sì del Senato il Decreto Flussi è legge

Dopo la Camera è toccato al Senato, che con 99 sì, 65 no e 1 astenuto ha dato il via libera definitivo alla trasformazione in legge del dl “Flussi”.

Flussi migratori, lavoratori stranieri

In caso di mancata cooperazione da parte dello straniero richiedente asilo, o colto in occasione dell’attraversamento irregolare della frontiera, o salvato in mare, il questore può disporre che gli uffici e agenti procedano all’accesso immediato ai dati identificativi e ai documenti contenuti nei loro dispositivi elettronici, con divieto di accesso a corrispondenza e comunicazione.

Inoltre, se si ritiene che ci sia il rischio di fuga da parte dello straniero trattenuto, la questura deve rilasciare un attestato nominativo che comprenda un codice unico di identità, la fotografia identificativa e le generalità dichiarate. È previsto anche l’ipotesi che lo straniero, in caso venga rintracciato al difuori delle frontiere dell’UE, possa essere respinto.

Quote di ingressi dei lavoratori stranieri aggiornate: per il 2025 le unità di lavoratori stagionali per i settori agricolo e turistico-alberghiero vengono aumentate a 110.000, di cui 47 mila riservate per il settore agricolo.
Sempre per il 2025 sono previste fino a 10 mila nulla osta al lavoro al di fuori delle quote annuali per colf e badanti.

Stretta contro il lavoro «schiavismo»

Il decreto legge mira anche a combatte il caporalato, una pratica illegale che conta circa 200 mila lavoratori agricoli irregolari, vittime di sfruttamento al limite dello “schiavismo”. Infatti, lo straniero vittima di caporalato che denuncia i responsabili è ammesso al patrocinio a spese dello Stato. Mentre sale la sanzione per i “caporali”, ossia per coloro che assumono dipendenti senza rispettare le regole di assunzione e i diritti dei lavoratori, sale da 50 a 60 mila euro.

La norma che divide ancora di più il Governo e la magistratura

Il provvedimento è stato subito bocciato senza riserve dal Consiglio superiore della Magistratura (Csm). La legge, infatti, toglie alle sezioni specializzate dei tribunali la competenza sulle convalide dei trattamenti per le procedure d’asilo. A detta del Csm, tale provvedimento, oltre al rischio di allungare i tempi nelle corti d’Appello (con conseguente mancato raggiungimento degli obiettivi fissati dal Pnrr), rischia che a giudicare siano magistrati privi delle competenze necessarie.

Tale norma viene percepita anche come una reazione da parte dell’Esecutivo alla sezione specializzata del tribunale di Roma che non convalidò i trattenimenti dei migranti in Albania per incompatibilità con la normativa EU.

A dividere Governo e magistratura è anche la vicenda del magistrato Iolanda Apostolico. La giudice del tribunale di Catania il 30 settembre 2023 era finita al centro delle polemiche per non aver applicato, seguita poi da altri giudici, il decreto Cutro, ossia non convalidando il trattenimento di alcuni profughi nel centro di permanenza di Pozzallo. Ma la vicenda che l’ha resa soggetto di veri e propri attacchi denigratori è stato un video rilanciato dalla Lega. Nel filmato, uscito fuori nell’ottobre 2023, si vede la giudice Apostolico partecipare a una manifestazione a Catania nel 2018 contro i decreti sicurezza sui migranti.

La giudice Apostolico durante la manifestazione a Catania del 2018

La conseguenza di queste vicende è stata la richiesta di lasciare la magistratura da parte della giudice Apostolico, richiesta accolta dal plenum del Csm e che avrà efficacia il 15 dicembre. “Meglio tardi che mai, ora potrà comportarsi come una esponente di Rifondazione comunista senza creare imbarazzi” è la nota della Lega di Matteo Salvini in risposta alle dimissioni di Iolanda Apostolico.

 

A cura di Moisès Chiarelli

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