Per adesso è solo una suggestione. Entro il 25 dicembre, termine ultimo per le candidature, sapremo se potrà essere realtà. L’idea di Alessandro Del Piero presidente della FIGC piace a molti. Soprattutto a quel gruppo di società che vorrebbe un cambio al vertice. La Lega è spaccata e non c’è l’unanimità su un possibile terzo mandato di Gabriele Gravina.
Del Piero un nome condiviso
Per provare a scalfire il blocco a favore del presidente uscente è necessario che la Serie A costruisca un fronte compatto dietro un unico nome. L’indiziato principale sarebbe Alessandro Del Piero. ‘Pinturicchio’ avrebbe il favore della Lega e potrebbe risultare gradito anche all’Assocalciatori e all’Assoallenatori. Del Piero potrebbe essere appoggiato anche dal governo. Da Palazzo Chigi filtrano voci favorevoli al cambiamento.
Resta da capire la posizione del diretto interessato che, per ora, non smentisce. L’ex numero 10 della Juventus ha però evitato di esporsi. Sembra plausibile che prima di proporsi per un ruolo così prestigioso voglia qualche garanzia e alle spalle un consenso unanime. Le votazioni saranno il prossimo 3 febbraio.
“Del Piero è una figura che non si discute”: così il ministro Abodi in merito al possibile ruolo da presidente nella FIGC dell’ex bianconero 👀#Juventus #DelPiero #Juve #SpazioJ pic.twitter.com/rIuxQoEbAw
— SpazioJ (@Spazio_J) November 27, 2024
L’opposizione a Gravina
L’attuale presidente della Federcalcio non si è ancora ricandidato, ma sembra averne tutte le intenzioni. Il suo è, però, un nome che fa discutere. Su Gravina, alla guida della FIGC dal 2018, pesa la spada di Damocle di un possibile rinvio a giudizio per l’inchiesta sul presunto autoriciclaggio nella compravendita personale di libri antichi. E anche se finora ha sempre potuto contare sul favore della Lega Dilettanti e della Lega Pro il presidente uscente è in rotta di collisione con la Serie A. Inter, Juve, Milan e Roma hanno spesso preso le distanze dalla maggioranza. Sostengono, per esempio, la linea di una Serie A a 18 squadre, mentre gli altri club preferirebbero continuare con 20. Attenzione anche all’Assocalciatori che, sebbene abbia sempre supportato Gravina, in passato si era battuta per un presidente ex-calciatore.
Altri possibili candidati
Uno degli altri nomi da tenere d’occhio per la corsa alla presidenza della Federcalcio è quello di un ex sostenitore di Gravina, Mauro Balata. Il numero uno della Lega B gode della stima di Palazzo Chigi, soprattutto di Forza Italia e Lega. Nonostante nei mesi scorsi l’avvocato sardo abbia lasciato intendere di non essere pronto per la presidenza, resta la sua vicinanza con la Lega di Serie A.
C’è poi chi auspica il ritorno di Giancarlo Abete, visto come figura di equilibrio, moderato e attualmente a favore di Gravina. C’è chi addirittura suggerisce il nome di Giuseppe Marotta, presidente dell’Inter. Sullo sfondo anche Giovanni Malagò, in scadenza al CONI, ma che avrebbe già smentito le voci su una sua candidatura e anzi punterebbe a un quarto mandato da presidente del Comitato olimpico.
La riforma della FIGC
Lo scorso 4 novembre la FIGC ha modificato il suo Statuto, approvando le proposte di Gravina. Proposte volte a garantire una maggiore autonomia alla Serie A, anche oltre il cosiddetto “modello Premier League”. Proposte che, però, hanno spaccato la Lega quasi a metà. Le modifiche hanno infatti raccolto dai dirigenti dei club 8 voti contrari e 12 astenuti.
L’esigenza di modificare lo Statuto nasce a seguito dell’emendamento al decreto sport a cui ha lavorato il deputato di Forza Italia Mulè: per legge diventava necessario riequilibrare il peso della Serie A. Secondo le norme precedenti, con i suoi 3 rappresentanti, la Lega componeva il 12% della rappresentanza del consiglio federale della FIGC, così come il 12% era il peso che aveva sulla nomina del presidente della Federcalcio. Percentuali, secondo il decreto, non sufficienti e da ricalibrare anche tenendo conto del contributo economico del nostro massimo campionato.
L’Assemblea Straordinaria approva le modifiche dello Statuto #Gravina: “Privilegiato il rispetto dei principi della democrazia”#FIGChttps://t.co/V2QjWLwQg7
— FIGC (@FIGC) November 5, 2024
Con il nuovo statuto la Lega passa dal 12% al 18 %, salendo da 3 a 4 consiglieri, ma soprattutto ottiene “il diritto d’intesa” su ogni decisione che la coinvolga. Ogni norma sulla Serie A può entrare in vigore solo se condivisa dalla stessa Serie A. Ed è qui che iniziano gli scontri. La Lega voleva 5 consiglieri federali per un peso elettorale totale del 20%. Voleva inoltre che, in caso di disaccordo tra FIGC e Serie A, sarebbe stata la sua volontà ad avere maggior peso.
La spaccatura sullo Statuto è solo l’ultima di una lunga lista di divisioni in seno alla FIGC, ma fa notare come anche il vertice della Lega, Lorenzo Casini, al momento, non abbia la maggioranza. Ed è periodi di elezioni anche in Serie A: a partire dal prossimo 16 dicembre si voterà per un nuovo presidente.