Impagnatiello e Turetta: l’ondata di condanna dai commenti social

Giulia Tramontano e Giulia Cecchettin, due donne uccise dagli uomini che dicevano di amarle. Due femminicidi che hanno scosso l’Italia, capaci di far scendere in piazza migliaia di persone e di riaprire il dibattito, spinoso ma necessario, sul patriarcato. Trentasette, le coltellate che hanno portato alla morte di Giulia Tramontano e del suo Thiago per mano di Alessandro Impagnatiello, ora condannato all’ergastolo. Settantacinque, quelle inferte a Giulia Cecchettin da parte di Filippo Turetta, per cui l’ergastolo è stato richiesto dal PM e il cui destino verrà stabilito il prossimo 3 dicembre.

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(📹E.Betti, G.Matrecano, C.Mazzotta, R.Saibene) Sguardo fisso, quasi sfidante. Così appare Alessandro Impagnatiello alla lettura della sentenza che lo condanna all’ergastolo per l’omicidio di Giulia Tramontano #femminicidio #giuliatramontano

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L’indignazione verso Alessandro Impagnatiello

Alessandro Impagnatiello è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio di Giulia Tramontano. La sentenza è arrivata in una data simbolo, quella del 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne. «Una coincidenza», ha spiegato Chiara, la sorella di Giulia, ma una coincidenza che non è passata inosservata e che non ha fatto altro che alimentare il dibattito su un caso diventato mediatico. L’omicidio di Giulia Tramontano, e la sua narrazione da parte dei media, ha infatti accompagnato l’Italia da quel tragico 27 maggio 2023 fino alla sentenza.

In quest’anno molte voci si sono alzate per ricordare Giulia, incinta di sette mesi al momento dell’omicidio, e per condannare il suo assassino. Con la sentenza, molti utenti sui social non si sono trattenuti e hanno espresso la loro soddisfazione per la condanna all’ergastolo. «Deve marcire in galera, buttate la chiave, giustizia per Giulia», scrivono. Ma non mancano i commenti sull’ultima apparizione di Impagnatiello in Tribunale: «Ma chi gli ha permesso di indossare le Nike e curarsi le sopracciglia?», commentano indignati facendo riferimento a un presunto trattamento di favore all’interno del carcere. «È così impassibile, freddo, non è pentito», sentenziano. Ma l’indignazione non si ferma a questo: «Vent’anni e sta fuori dal carcere», scrive chi non crede all’ergastolo, «l’unico buon risultato sarebbe vederlo orizzontale».

Le critiche all’avvocata della difesa

I commenti e le critiche, però, non si fermano solo all’imputato, ma si estendono anche al suo avvocato, Giulia Gerardini. «Una donna che difende un animale in un caso di femminicidio è qualcosa di aberrante», così la percepiscono in molti, sottolineando quello che per loro è un paradosso. «Quando entro in aula non sono una persona, sono un avvocato, e faccio il mio lavoro», ha detto Gerardini ai giornalisti che la incalzavano domandandole come avesse potuto difendere Alessandro Impagnatiello. Per lei non c’era spazio per il paradosso, ma solo per una difesa tecnica, ben lontana da qualsiasi forma di giudizio verso il suo assistito.

La solidarietà per Turetta

«Filippo libero», «Non se lo merita», «Se fai del male a chi te l’ha fatto poi finisce che il cattivo della storia sei tu». Questi sono solo alcuni dei commenti comparsi sui social dopo la richiesta dell’ergastolo per Filippo Turetta da parte del PM. Il 22enne è accusato del sequestro e dell’omicidio dell’ex fidanzata Giulia e dell’occultamento del suo cadavere. Un femminicidio per cui, secondo il magistrato, è impossibile escludere le aggravanti di crudeltà, premeditazione e stalking.

Eppure, in mezzo allo sdegno e alla condanna generale, contrariamente al caso di Impagnatiello, c’è anche qualche mano tesa. Voci fuori dal coro che, però, trovano comunque approvazione e riscuotono decine di like. C’è chi lo ritiene innocente e fonda una pagina Facebook a lui dedicata per «confutare le illazioni su un bravo ragazzo vittima del pressappochismo dei media». C’è chi crea dei veri e propri fandom e dichiara di provare dei sentimenti per lui. E, purtroppo, c’è anche chi lo giustifica e lo definisce «la vera vittima» perché rifiutato e lasciato da Giulia.

Le critiche al fratello Andrea

Secondo alcuni utenti, invece, sarebbe stato proprio Andrea, il fratello dell’imputato, in un’intervista rilasciata a Zona Bianca, a sminuire la gravità dei reati confessati da Turetta: «Lui è mio fratello, punto. Non mi interessa quello che è successo». Il ragazzo, alla sua prima apparizione televisiva, ha scatenato l’indignazione dei social dove viene definito «Filippo Turetta 2.0» e «freddo e senza cuore». I più moderati hanno fatto notare come probabilmente stia vivendo una situazione «complessa» che probabilmente «non sa come gestire».

Andrea si è detto all’oscuro di tutto, dei problemi di Filippo e di cosa gli passasse per la testa. Il ragazzo ha poi concluso l’intervista dimostrando supporto e vicinanza al fratello: «Lui ha fatto una cosa e pagherà per questo, noi comunque gli staremo accanto come famiglia».

Turetta non esiste

Insomma, fin dal suo arresto Turetta ha spaccato l’opinione pubblica, soprattutto sui social, diventando addirittura il centro di una teoria del complotto. Su X è facile imbattersi nei “negazionismi di Turetta”, persone convinte che Filippo non sia mai esistito e che al banco degli imputati sia seduto un attore. Assurdità costruite su una tragedia e alimentate da bufale e manipolazioni. Tra queste anche l’orribile teoria che vede Giulia vittima di una cospirazione satanista organizzata dalla sua famiglia.

Ma forse tutto questo è il prezzo da pagare per aver fatto rumore, come aveva chiesto Elena, sorella della vittima, durante la veglia in memoria di Giulia. Forse queste sono le conseguenze di aver ricominciato a denunciare, grazie al coraggio di Elena e del padre Gino, le logiche patriarcali che ancora permeano la nostra società.

Elena Betti

Classe 2001, Laureata in Discipline dello Spettacolo e della Comunicazione all'Università di Pisa

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