Donald Trump e i nuovi dazi contro Messico, Canada e Cina

«Il 20 gennaio, come uno dei miei primi ordini esecutivi, firmerò tutti i documenti necessari per imporre a Messico e Canada una tariffa del 25% su tutti i prodotti in arrivo negli Stati Uniti attraverso le sue ridicole frontiere aperte». Queste le parole di Donald Trump in un messaggio postato, nella notte, sul suo social Truth. Una promessa estesa anche alla Cina.

Mattinata di fuoco in America

Il 47esimo Presidente degli Stati Uniti , sul suo profilo Truth, ha reso nota la volontà di imporre nuovi dazi del 25% a Messico e Canada. E «un’ulteriore tariffa del 10%, oltre a qualsiasi tariffa aggiuntiva, su tutti i […] numerosi prodotti» provenienti dalla Cina. L’obiettivo è ridurre il numero di crimini e il traffico di Fentanyl e altri stupefacenti, che, a suo dire, hanno raggiunto «livelli mai visti prima». E, soprattutto, fermare l’immigrazione. «In questo momento una carovana proveniente dal Messico, composta da migliaia di persone, sembra essere inarrestabile» scrive il tycoon.

Due post di poche righe che, in poco tempo, hanno totalizzato circa 71 mila likes e che cambieranno le sorti del commercio statunitense. Sono questi, infatti, i maggiori partnership Usa. Con i Paesi confinanti, nel 2020, Trump aveva anche stilato un trattato di libero scambio, l’Umsca. Ora, in aperta violazione.

La validità dei dazi, però, sembra avere una scadenza. «Questa tariffa rimarrà in vigore fino a quando la droga, in particolare il Fentanyl, e tutti gli immigrati clandestini fermeranno questa invasione del nostro Paese!»

Le reazioni

Non si è fatta attendere la risposta della Cina. «Nessuno vincerà una guerra commerciale o una guerra tariffaria» ha scritto in una nota il portavoce dell’ambasciata cinese a Washington Liu Pengyu. E ha aggiunto che «la cooperazione economica e commerciale […] sia per sua natura mutualmente utile».In chiusura, ha poi sottolineato i passi avanti fatti dal Governo cinese contro il traffico di droghe, smentendo «l’idea che la Cina consenta consapevolmente ai precursori del fentanyl di fluire negli Stati Uniti» insinuata dal neo presidente.

Dal Messico, il presidente della Camera bassa del Parlamento Ricardo Monreal, tramite profilo X, si è dimostrato contrario alla misura avanzata da Trump.  «L’escalation delle rappresaglie commerciali non farà che colpire i portafogli delle persone, senza risolvere i problemi sottostanti». Con il primo ministro canadese, Justin Trudeau, invece, c’è stato un colloquio telefonico.  

A cura di Alyssa Cosma

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