Marius Borg Høiby, il figlio della principessa ereditaria di Norvegia è stato arrestato lunedì sera con l’accusa di stupro. La vittima: una donna con cui Borg Høiby (27 anni) avrebbe avuto una relazione e che, riporta la nota fornita dalla polizia, al momento della presunta aggressione, “non era in grado di resistere all’atto di violenza subita dal suo stupratore”.
PRECEDENTI
L’accusa di stupro nei confronti di Marius Borg Høiby, l’erede apparente al trono norvegese, arriva neanche quattro mesi dopo l’arresto di Borg Høiby lo scorso 4 agosto, dopo un incidente notturno nell’appartamento proprio della presunta vittima di stupro. La polizia, hanno riportato i media norvegesi, quella notte avrebbe trovato un coltello infilato in una delle pareti della camera da letto della donna. Per questo motivo, le autorità hanno poi aggiunto che i sospetti relativi all’incidente estivo includevano abusi domestici.
Ma l’arresto del 4 Agosto non ne ha impedito un altro lo scorso Settembre, quando Borg Høiby avrebbe violato un ordine restrittivo e la polizia avrebbe dovuto decidere se metterlo o meno sotto custodia cautelare. Al momento, le indagini sugli incidenti sono ancora in corso.
Marius Borg Høiby è nato da una relazione precedente al matrimonio di Mette-Marit nel 2001 con il principe ereditario Haakon, Borg Høiby e i suoi fratellastri, la principessa Ingrid Alexandra (20 anni), e il principe Sverre Magnus (18 anni), sono stati cresciuti insieme da Mette-Marit e Haakon. A differenza di Ingrid e Sverre, però, Marius non ha alcun ruolo pubblico ufficiale.
ACCUSE “REALI”
Non è certo la prima volta che uno scandalo colpisce un reale. Basti pensare a quelli che nell’immaginario collettivo sono i royals per eccellenza: i membri della famiglia reale d’Inghilterra. Fino a non molto tempo fa, era difficile pensare che un tale esempio di autorevolezza, dignità, eleganza e mistero quale quello incarnato dalla famiglia Windsor, potesse essere coinvolto in una vicenda tutt’altro che nobile.
E invece.
Tutto comincia quando, a New York, alcuni paparazzi scattano al principe Andrew, conosciuto ufficiosamente come il “figlio preferito” dell’allora Regina Elisabetta II, una foto che lo ritrae durante una passeggiata a Central Park insieme all’ormai defunto pedofilo miliardario Jeffrey Epstein.
Ma è nel 2021 che il terzogenito di casa Windsor si ritrova in un territorio inesplorato, precisamente quando viene citato in giudizio in tribunale. “Da tempo l’accusatrice di Jeffrey Epstein sta facendo causa al principe Andrew per violenza sessuale”, è quanto riportano i media. Si tratta di Virginia Giuffre, la quale, in una denuncia presentata alla corte di New York, sostiene che il principe Andrew abbia abusato sessualmente di lei quando aveva 17 anni.
DISASTRI D’IMMAGINE
Un vero e proprio disastro per per i reali, cominciato già nel 2019 quando – contro ogni logica e aspettativa – il principe Andrew si lascia intervistare dalla giornalista Emily Maitlis della BBC durante il programma televisivo Newsnight. Un’intervista incentrata proprio sulla relazione di Andrew con il finanziere americano già condannato per reati sessuali Jeffrey Epstein, e le accuse mosse contro di lui da una delle sue vittime. Una pessima mossa, l’intervista si rivelerà un enorme danno d’immagine per la royal family più famosa del mondo.
Un’attrazione, quella per i reali britannici (ma soprattutto per i loro scandali), che non permette a un tale disastro di essere dimenticato. A distanza di cinque anni, infatti, Netflix ha pubblicato il film Scoop (che si concentra su come la BBC riesce ad ottenere l’intervista al principe Andrew); seguito da Amazon Prime, che ha recentemente aggiunto alla sua offerta il film A very royal scandal, prodotto proprio da Emily Maitlis.