Germania, voto a febbraio Scholz è al capolinea

Finalmente è stata indicata una data per le elezioni anticipate in Germania che si terranno il 23 febbraio 2025. Il cancelliere Olaf Scholz dovrà affrontare il voto di fiducia tra il 16 e il 18 dicembre. L’accordo è stato raggiunto ieri tra il capogruppo del partito SPD Ralf Mutzenich, e il leader della CDU Friedrich Merz, attualmente all’opposizione. La scelta fa seguito alla crisi di governo aperta proprio dal Cancelliere Scholz lo scorso 6 novembre, quando ha deciso di licenziare il ministro delle Finanze Christian Lindner.

Come si arriva al voto?

Arrivare a un accordo non è stato semplice. Il capo di Stato Frank–Walter Steinmeier ha scelto il 23 febbraio dopo avere incontrato, nella sera di martedì 12 novembre, i  rappresentati dei partiti SPD, CDU e Verdi. Steinmeier sostiene che «il 23 febbraio sia una data realistica per le nuove elezioni», come riportato dal Corriere della Sera.

Un passaggio fondamentale per arrivare a questo importante appuntamento sarà il voto di fiducia che Scholz presenterà al Bundestag, il Parlamento tedesco, tra il 16 e il 18 dicembre. In questa sede ci si aspetta che Scholz perda la fiducia. Perché la Germania è rappresentata da una coalizione tra SPD, Liberali e Verdi, che non ha più la maggioranza visto che i Liberali hanno lasciato il governo. A quel punto Steinmeier potrà sciogliere il parlamento entro 21 giorni e indire le elezioni entro 60 giorni.

La crisi di governo

Il governo del cancelliere Scholz è ufficialmente al capolinea. Si tratta di una crisi aperta con il licenziamento del ministro delle Finanze Christian Lindner, appartenente al partito liberale FDP, a cui hanno fatto seguito le dimissioni di altri tre ministri. Questo ha fatto cadere la coalizione di governo e ha aperto la crisi. Ma perché il licenziamento? La verità è che la Germania sta attraversando da due anni una recessione economica senza precedenti per uno dei Paesi trainanti l’Europa.

La scelta di Scholz di licenziare Lindner arriva proprio da un mancato accordo sulla legge finanziaria per il 2025. In particolare rispetto alla legge sul debito pubblico. Lindner non voleva cedere alle rigide regole tedesche che impongono al debito pubblico di non salire più dello 0,35%. Mentre Scholz pensava che aumentando di 9miliardi il debito sarebbe stato possibile frenare la crisi.

Le divergenze su questo tema nascono nel 2023, quando la Corte Costituzionale aveva dichiarato che la legge finanziaria era illegale perché non rispettava le regole e utilizzava dei fondi emergenziali. Quindi, tutte le spese che il governo avrebbe dovuto coprire con quei fondi sono rimaste scoperte, creando un debito pari a 17 miliardi di euro nel 2024. Le elezioni anticipate sembrano l’unica soluzione possibile per mettere un punto alla crisi.

Merz in corsa per la cancelleria
Friedrich Merz

La crisi di governo e le future elezioni impongono di pensare a quale forma prenderà il prossimo governo tedesco. Tutti gli indizi sembrano convergere sulla vittoria della CDU, l’Unione dei Cristiano-Democratici, attualmente primo partito in Germania. A guidare la corsa alle urne sarà il già citato Friedrich Merz. 69 anni, avvocato, Merz si era conteso la guida del partito con Angela Merkel nei primi anni Duemila, per poi ritirarsi dalla politica. Dopo il congedo dell’ex cancelliera, Merz si era riproposto per la guida del CDU, assumendone la presidenza nel gennaio 2022, così come il ruolo di leader dell’opposizione.

L’altro partito in crescita è l’Afd, l’Alternativa per la Germania che già aveva riscosso inaspettati consensi alle elezioni regionali. Trattandosi di un partito di ultradestra, però, è improbabile che trovi alleati per un’eventuale coalizione al governo. Resta dunque, come altro partito in corsa, l’Spd, ovvero i socialdemocratici del governo uscente. Che però potrebbero avere bisogno di un rinnovamento al vertice. Da diversi mesi il cancelliere Scholz gode di scarsissima popolarità ed è probabile che il partito debba mutare pelle per garantirsi uno spazio alle elezioni del 23 febbraio. Il nome nuovo potrebbe allora essere Boris Pistorius, attualmente ministro della difesa e ben più apprezzato membro del governo Scholz.

Francesca Neri

Laurea triennale in Storia Contemporanea all'Università di Bologna. Laurea Magistrale in Scienze Storiche e Orientalistiche all'Università di Bologna, con Master di I Livello in African Studies all'Università Dalarna.

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