L’ingerenza di Musk sul caso migranti: “Via quei giudici”

Le dichiarazioni di Elon Musk scatenano reazioni nel mondo politico italiano. Nel frattempo, negli Stati Uniti, il miliardario è stato nominato dal presidente eletto Donald Trump alla guida del nuovo Dipartimento per l’efficienza governativa.

I commenti alla politica italiana

Elon Musk irrompe nella politica italiana. Negli ultimi giorni l’imprenditore sudafricano è intervenuto commentando lo scontro che il governo italiano sta avendo con la magistratura in questi giorni. A proposito del caso migranti, il proprietario di X si è schierato con l’esecutivo di Giorgia Meloni, esprimendosi senza mezzi termini: «Via quei giudici». Una posizione che ha destato reazioni in tutte le forze politiche del Paese. Dal «Musk ha ragione» arrivato prontamente da Matteo Salvini, al giudizio più severo di Maurizio Lupi: «Le sue parole sono inopportune, alimentano uno scontro con la magistratura che il centrodestra non vuole». Risentita l’Associazione nazionale magistrati (Anm): «Musk si è preso gioco della sovranità dello Stato», replica il presidente Giuseppe Santalucia, seguito a ruota da tutta l’opposizione.

Un incontro tra Elon Musk e Giorgia Meloni

L’ultima parola è arrivata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «L’Italia è un grande Paese democratico e devo ribadire, con le parole adoperate in altra occasione, il 7 ottobre 2022, che “sa badare a se stessa nel rispetto della sua Costituzione”. Chiunque, particolarmente se, come annunziato, in procinto di assumere un importante ruolo di governo in un Paese amico e alleato, deve rispettarne la sovranità e non può attribuirsi il compito di impartirle prescrizioni», ha tuonato il capo dello Stato. Immediati i ringraziamenti dal mondo della politica, ma non è affatto detto che questo frenerà le ingerenze, quantomeno sotto forma di post, dell’esuberante Musk. 

L’endorsement a Trump

Se per l’Italia si limita ai commenti, oltreoceano il coinvolgimento di Musk è molto più concreto. Dopo anni di posizioni neutrali, quando non apertamente democratiche, le elezioni 2024 hanno visto un progressivo spostamento del patron di Tesla sul fronte repubblicano. Il supporto di Musk per Trump era stato manifestato tramite post su X, donazioni e soprattutto attraverso la discussa “lotteria”. A pochi giorni di distanza dal voto, Musk aveva elargito giornalmente un milione di dollari agli elettori degli Stati in bilico. Un “premio” questo, legato alla firma di una petizione a favore della libertà di parola e del diritto di possedere armi, promossa dall’organizzazione di Musk a favore di Donald Trump, America PAC.

In seguito a questo impegno, Elon Musk avrà un ruolo nel prossimo governo Trump. Martedì 12 novembre, a una settimana dal trionfo elettorale, il tycoon ha annunciato che «il grande Elon Musk, in collaborazione con il patriota americano Vivek Ramaswamy» (ex candidato alle primarie repubblicane del 2024) guideranno il nuovo Dipartimento per l’efficienza governativa (Doge).

Un nuovo “progetto Manhattan”

L’organo, va detto, non sarà un dipartimento vero e proprio, cioè un ministero, la cui istituzione dovrebbe essere approvata dal Congresso, ma piuttosto una commissione, secondo un progetto già anticipato da Trump a settembre. Il compito del Doge è chiaro: «Insieme, questi due meravigliosi americani spianeranno la strada alla mia amministrazione per smantellare la burocrazia governativa, tagliare le normative eccessive, tagliare le spese inutili e ristrutturare le agenzie federali, essenziali per il movimento “Save America”. Diventerà, potenzialmente, “il progetto Manhattan” dei nostri tempi».

«I politici repubblicani – prosegue Trump nel suo post su Truth – hanno sognato gli obiettivi del “Doge” per molto tempo. Per guidare questo tipo di cambiamento drastico, il dipartimento per l’efficienza governativa fornirà consigli e indicazioni dall’esterno del governo e collaborerà con la Casa Bianca e l’Office of Management & Budget per guidare una riforma strutturale su larga scala e creare un approccio imprenditoriale al governo mai visto prima». «Non vedo l’ora – continua – che Elon e Vivek apportino cambiamenti alla burocrazia federale con un occhio all’efficienza e, allo stesso tempo, rendendo la vita migliore per tutti gli americani».

Taglio delle spese e semplificazione della burocrazia, dunque, con una scadenza precisa. «Il loro lavoro si concluderà non più tardi del 4 luglio 2026: un governo più piccolo, con meno efficienza e più burocrazia, sarà il regalo perfetto per l’America nel 250esimo anniversario della Dichiarazione d’Indipendenza».

Sentenza sospesa su Trump

L’ingresso di Elon Musk nel panorama politico non è l’unica novità della prossima amministrazione trumpiana. Un altro aspetto che è stato toccato è il verdetto sul caso Stormy Daniels, nuovamente rinviato. Si tratta di un caso che aveva visto Donald Trump coinvolto in prima persona. Infatti, il silenzio dal valore di 130mila dollari che Trump avrebbe pagato alla pornostar Stormy Daniels prima delle presidenziali del 2016 sembra destinato a rimanere impunito.

Delle incriminazioni di Trump questa era l’unica su cui si era esposta la giuria popolare. La sentenza era stata rinviata in attesa del verdetto del giudice che avrebbe stabilito l’entità della pena. Ma oggi, la rielezione di Trump a presidente degli Stati Uniti farà, probabilmente, decadere tutti i procedimenti in atto contro di lui.

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