Dimenticate Charlize Theron in Atomica Bionda o James Bond con il suo vodka martini “shaken, not stirred”. Lo spionaggio in Italia assume il volto della normalità. O meglio, il volto di un ex poliziotto e di un manager milanese sulla sessantina. E come in ogni film che si rispetti, “la mente” ha sempre bisogno di un “braccio”. Di giorno, e sul contratto, “ingegnere aziendale” e di notte hacker.
Il caso di dossieraggio nasce dall’indagine della Direzione distrettuale antimafia di Milano, che lo scorso 25 ottobre ha portato alla luce una presunta, cosiddetta perché l’investigazione è ancora in corso, rete di cyber spie.
Al centro della vicenda, l’Equalize S.r.l, di cui il noto manager sulla sessantina, Enrico Pazzali, è titolare e l’ex poliziotto, Carmine Gallo, è Amministratore Delegato.
O CEO, se vogliamo usare un gergo più hollywoodiano. E nel ruolo di esperto informatico, o meglio esperto hacker, Nunzio Samuele Calamucci. Che prima di lavorare per Equalize ha fatto parte del collettivo Anonymous.
Sì, il movimento di hacktivismo, ossia attivismo attraverso l’hackeraggio, che ha come simbolo la maschera di Guy Fawkes dal film V per Vendetta. O in questo caso V per Ve lo avevo detto che era una storia da film di Hitchcock.
A questo punto, introdotti i personaggi principali, occorre presentare i clienti dell’Equalize S.r.l. ed è qui che la storia diventa sempre più in stile Intrigo Internazionale.
La banda, infatti, attraverso l’agenzia rubava e vendeva dati e rapporti su persone grazie ad accessi abusivi a banche dati dello Stato. Come lo Sdi (il sistema presso il ministero dell’Interno dove sono conservate le notizie relative all’attività delle forze di polizia), la banca dati dell’Inps, Serpico (Sistema informatico dell’Agenzia delle Entrate), l’Anagrafe nazionale e il Sistema informativo valutario.
Ma non solo, i dati estrapolati venivano anche utilizzati “a fini estorsivi e ricattatori.” Una storia degna di un romanzo di Guido Maria Brera.
Tra i clienti che hanno richiesto i servizi, troviamo Leonardo Maria Del Vecchio, il manager di Luxottica che se Equalize avesse una tessera fedeltà, avrebbe raggiunto sicuramente il premio finale. Del Vecchio, infatti, avrebbe chiesto e ottenuto informazioni di ogni tipo da Gallo e Calamucci. Tra cui notizie sui fratelli, per offuscarne l’immagine per motivi di eredità, ma anche documenti sulla fidanzata, e in teoria futura moglie, Jessica Ann Seerfaty. Sul cui cellulare avrebbe fatto installare anche un trojan per spiarne la posizione. Perché, in fondo, cos’è l’amore senza un malware in grado di geolocalizzare la propria metà?
Ma non solo Del Vecchio. Tra gli indagati ci sono anche il banchiere Matteo Arpe e il fratello Fabio, la giudice Carla Raineri e ancora Fulvio Pravadelli, ex di Publitalia, che avrebbe fatto spiare il cantautore Alex Britti dopo la separazione dalla figlia. Evidentemente, Pravadelli non ha preso in parola Britti quando cantava “se vuoi ti aiuto io a scoprire ogni mio difetto.”
Inoltre, continuando la lista di clienti, che potrebbe diventare lunga come i titoli di coda di un film Marvel, compaiono anche i nomi di aziende come Barilla, Erg, Ilva e Heineken.
Passando, invece, alle vittime oltre a manager, dipendenti, sportivi ed ex fidanzati, compaiono anche esponenti politici. Come il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al quale il trio Gallo-Calamucci-Pazzali avrebbe “clonato e usato abusivamente l’account mail,” ma anche Ignazio La Russa e il figlio Geronimo, Matteo Renzi e Letizia Moratti.
E poiché a tutto non sembra esserci limite, oltre alle oltre 800 mila persone spiate, la banda avrebbe intrattenuto rapporti anche con due uomini che rappresenterebbero “un’articolazione dell’intelligence israeliana” e con i quali Equalize avrebbe scambiato informazioni riservate. Ma non solo Israele, nelle indagini si parla anche di un “mandato” da parte della Chiesa e compare anche la Russia. Dalle intercettazioni, infatti, si sentirebbe Calamucci dire: “l’aiutiamo la Chiesa contro la Russia?” e Gallo rispondere: “Se ci paga.”
Insomma, una storia degna di un Oscar. Soldi, spie, Israele, Russia, amanti e perfino la Chiesa. Tuttavia, per ora non ci resta che attendere gli interrogatori e aspettare che Netflix produca la prossima serie tv “dossieraggio all’italiana”. Keanu Reeves farebbe un ottimo Del Vecchio.