Via Carlo Poerio 770: la casa dell’ebraismo ortodosso a Milano

In via Carlo Poerio, nel quartiere di Porta Venezia, dopo il numero 34 non c’è il 35, ma il 770. Una normale via milanese, almeno per un civico, ospita un edificio fuori dal tempo. Architettonicamente è classificabile come una casa olandese, con i mattoni rossi, il tetto incurvato, un balcone centrale e le linee gotiche. Simbolicamente, però, è molto di più.

Si tratta di una casa 770, uno dei sedici edifici gemelli sparsi in tutto il mondo costruiti dalla corrente ortodossa ebraica dei Lubavitcher (nota anche come Chabad) in onore della casa del rabbino capo Menachem Mendel Schneerson a Brooklyn, Eastern Parkway 770. La casa di via Carlo Poerio 35 è l’unica copia costruita in Europa. Le altre sono sparse tra Stati Uniti, Canada, Israele, Brasile, Argentina, Cile e Ucraina.

A raccontare la storia dell’edificio milanese è Bessie Garelik che, insieme al marito, il rabbino Gershon Mendel Garelik, ristrutturò il civico 35 a immagine e somiglianza del 770 di Brooklyn dopo essere arrivata come prima emissaria dei Lubavitcher in Italia negli Anni ’50.

 

Ettore Saladini

Laureato in Relazioni Internazionali e Sicurezza alla LUISS di Roma con un semestre in Israele alla Reichman University (Tel Aviv). Durante il primo stage ho lavorato a Radio Mediaset, dove mi sono occupato dei giornali radio delle emittenti del gruppo. Al secondo anno ho iniziato a collaborare con Il Giorno, dove ogni settimana ho raccontato un quartiere di Milano intervistando residenti e commercianti. A giugno ho vinto il Premio Scalfari 2025 dedicato alle scuole di giornalismo. Ora mi attendono sei mesi di stage a Repubblica.

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