Sospeso a data da destinarsi il ritorno del redditometro. Dopo le tensioni con Lega e Forza Italia, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha annunciato la sospensione del decreto presentato dal viceministro all’economia Maurizio Leo.
Le tensioni nella maggioranza
«Nessun Grande Fratello fiscale sarà mai introdotto da Fratelli d’Italia, dal centrodestra o da questo governo. Noi siamo sempre stati contrari a meccanismi invasivi come il redditometro applicati a cittadini onesti». Così Giorgia Meloni ha commentato la scelta di sospendere l’adozione del redditometro.
Non è certo difficile come capire che l’accertamento del reddito rappresenti un passo falso per la maggioranza. A poche settimane dalle elezioni europee, il centrodestra commette un errore che potrebbe costare caro. Dal Partito Democratico sono già arrivate le richieste di dimissioni non solo per il viceministro Leo ma anche per il titolare del dicastero Giancarlo Giorgetti, in quanto entrambi smentiti pubblicamente dal loro Premier.
Sarebbe però un errore assegnare alle pressioni dell’opposizione la sospensione della misura. Le critiche più aspre sono arrivate, infatti, dagli stessi alleati di governo. In prima linea, Matteo Salvini che ha commentato positivamente il passo indietro del governo. «Il redditometro è un’eredità del passato. Il fisco spione non è il fisco che ho in testa per un paese libero. Lo ritengo un errore di percorso che fortunatamente è durato una manciata di minuti e ampiamente superato», ha commentato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti al Festival dell’Economia di Trento.
Anche dall’altro “pezzo grosso” della maggioranza erano arrivate critiche dure. Antonio Tajani aveva giudicato la misura come «uno strumento obsoleto da abolire immediatamente». Il ministro degli Esteri ha poi commentato la nuova mossa di Meloni positivamente, esprimendo la sua soddisfazione per la decisione di accettare la proposta del suo partito.
Ora, però, servirà un nuovo decreto, che dovrà sempre essere firmato da Leo, per sospendere l’applicazione dello strumento che, comunque, «è sempre stato residuale» ha commentato il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini.