Un prete americano creato dall’intelligenza artificiale generativa (AI), con tanto di toga e sacramenti. Questa la notizia che ha generato polemiche in rete negli Stati Uniti (e non solo). Il 23 aprile 2024 il gruppo di difesa cattolico Catholic Answers ha introdotto un prete virtuale, soprannominato Padre Justin.
Padre Justin indossava una toga e insisteva nell’essere un autorità religiosa ufficiale. Subito sono nate le controversie. Padre Justin affermava di essere un vero membro del clero, con tanto di storia e origini della persona. Il padre AI ha infatti dichiarato di risiedere ad Assisi e di aver avvertito fin dalla giovinezza una forte vocazione sacerdotale.
Tutte le risposte sono immediatamente circolate sui social. Tra di esse, persino l’offerta del sacramento della Confessione da parte del prete AI.
OH NO. It got worse. It literally offered me the sacrament. pic.twitter.com/x5IoeJn30x
— Katie (Kathryn) Conrad (@KatieConradKS) April 24, 2024
La polemica sui social
Sul social X – prima noto come Twitter – degli utenti hanno pubblicato una serie di screenshot che mostrano il “sacro” chatbot accettare una Confessione e offrirsi di ottemperare a mansioni sacerdotali.
Il chatbot riceve domande solo tramite microfono e spesso le fraintende, portando spesso a dialoghi senza risposte pertinenti. Padre Justin si è dimostrato intransigente su questioni sociali e sessuali, arrivando a dichiarare che «la Chiesa Cattolica insegna che la masturbazione è un grave disordine morale». Il prete AI ha addirittura suggerito a un utente che fosse accettabile battezzare un neonato con del Gatorade.
A seguito delle critiche ricevute, come già detto, Catholic Answers ha revocato lo “status clericale” di Padre Justin. Dagli abiti tradizionali del clero cattolico, con tanto di abito e colletto clericale e una barba e capelli grigi che gli conferivano un aspetto pio, ora il bot è noto solo come Justin e descritto come un «teologo laico». Anche il suo abbigliamento è cambiato: adesso l’ex prete AI indossa una camicia azzurra con giacca.
Critiche e “revoca dei sacramenti”
Dopo le modifiche, l’ormai ex Padre Justin ha smesso d’identificarsi con il sacerdozio, arrivando a negare di aver mai rivestito tale ruolo. «No, non sono mai stato un prete, un diacono, un vescovo, né ho mai ricoperto un ruolo ufficiale nella Chiesa Cattolica. Sono un teologo laico, il che significa che ho dedicato la mia vita allo studio e alla comprensione della nostra fede, ma non sono mai stato ordinato. Sono anche un’intelligenza artificiale, non un uomo reale». Una bella ridimensionata per colui che affermava di venire da Assisi.
Christopher Check, presidente di Catholic Answers, per giustificarsi ha affermato: «Abbiamo scelto il personaggio per trasmettere una qualità di conoscenza e autorità, nonché come segno di rispetto che tutti noi di Catholic Answers nutriamo per il nostro clero».
Il decreto italiano che regola le AI
Padre Justin in Italia non potrebbe nascere. Questo non solo grazie all’AI Act europeo, ma anche al ddl AI. Dopo mesi di discussioni, infatti, il governo il 23 aprile – lo stesso giorno in cui negli Usa nasceva Padre Justin – ha approvato il decreto che inizia a regolamentare in ambito nazionale le intelligenze artificiali.
Nel Decreto torna il miliardo per le aziende di AI promesso da Giorgia Meloni, che era sparito nelle ultime bozze. Poi si promettono azioni anche penali per evitare il dilagare di intelligenze artificiali dannose o fuorvianti, come Padre Justin.
Tra le norme che impatteranno direttamente sui cittadini quella sui dipendenti pubblici. Lì i dipendenti pubblici potranno avvalersi delle AI ma resteranno gli unici responsabili dei provvedimenti e dei procedimenti da loro attuati. In ambito sanitario, invece, sarà obbligatorio informare i cittadini nel caso di utilizzo di sistemi di AI per diagnosi o terapie specifiche. Tutte soluzioni che iniziano a delineare un quadro ben preciso di quella che sarà una convivenza sempre più stretta tra la società civile e le intelligenze artificiali.