Lo scorso 15 aprile Piero Fassino, ex ministro della Giustizia, si trovava all’aeroporto di Fiumicino di Roma. Il deputato del Partito democratico stava aspettando l’aereo per Strasburgo, dove doveva partecipare ai lavori della delegazione italiana presso l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa. E, in attesa dell’imbarco, ne ha approfittato per fare qualche acquisto in un duty free shop.
Ma, stando a quanto riportato dal Fatto Quotidiano, sarebbe stato denunciato per il furto di un profumo da 100 euro.
Cosa è successo
Secondo la ricostruzione l’esponente del Pd, dopo aver superato i controlli per l’accesso all’area partenze, si è fermato al duty free dove ha preso una confezione di profumo da donna di una marca molto conosciuta. In quel momento, sarebbe squillato il cellulare: «Avendo il trolley in mano e il cellulare nell’altra, non avendo ancora tre mani, ho semplicemente appoggiato la confezione di profumo nella tasca del giaccone, in attesa di andare alle casse», ha dichiarato il parlamentare al Fatto.
#Fassino denunciato: "S'è intascato il profumo".
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— Il Fatto Quotidiano (@fattoquotidiano) April 24, 2024
Ma, sempre secondo quotidiano diretto da Marco Travaglio, Fassino «con il cellulare in una mano e il trolley nell’altra (e il profumo in tasca), – forse distratto dalla telefonata – si sarebbe allontanato oltre le casse, cosa che ha fatto scattare l’allarme anti-taccheggio, richiamando così l’attenzione della vigilanza e, conseguentemente, la segnalazione alla polizia».
La versione di Fassino
L’ex ministro della Giustizia ha invece sostenuto di essere stato bloccato dal vigilante subito dopo aver messo il profumo in tasca. Poi è nata una discussione pacata fra Fassino e gli addetti alla sicurezza. E il deputato ha provato a spiegare le sue ragioni ai responsabili del duty free: ha chiesto di poterlo pagare e, a un certo punto, si sarebbe anche offerto di comprarne due. Proprio per dimostrare la sua buona fede.
Gli addetti alla sicurezza hanno rivisto le immagini delle telecamere di sorveglianza. E i responsabili del duty free hanno sporto denuncia contro il parlamentare. «Sono stupito per un episodio che pensavo di aver già chiarito con i responsabili – ha commentato al Fatto Quotidiano – Certo non intendevo appropriarmi indebitamente di un boccettino di profumo».