Gli studenti dell’Università di Torino dovranno ricevere dall’Ateneo un rimborso complessivo di 39 milioni di euro per le tasse universitarie in eccesso pagate nel 2018. La decisione arriva dal Consiglio di Stato, l’organo che agisce come giudice amministrativo di secondo grado, con una sentenza a favore dell’UDU (Unione degli Universitari). La sentenza stabilisce l’irregolarità delle rette applicate dall’Università nei confronti dei suoi studenti. Infatti, le rette avrebbero superato i limiti consentiti dalla legge. Il sindacato studentesco aveva presentato la causa per la prima volta nel 2018, ma nel 2022 il Tar aveva dato ragione all’Università. La decisione presa martedì dal Consiglio di Stato ribalta la sentenza.
Il limite delle tasse
Secondo una legge del 1997, l’importo massimo delle tasse che le università possono riscuotere è pari al 20 per cento di quanto ricevuto dal Fondo per il finanziamento ordinario, il finanziamento dello Stato usato dagli atenei per garantire il funzionamento delle proprie attività. Questo fondo viene usato, per esempio, per pagare il personale, per fare attività di manutenzione e per finanziare la ricerca. Nel 2018 il Fondo assegnò all’Università di Torino circa 277 milioni di euro. L’Università avrebbe potuto riscuotere in tasse al massimo il 20 per cento del finanziamento totale ricevuto dallo Stato, cioè circa 55 milioni. Ma quell’anno, le tasse riscosse dall’ateneo si aggirarono intorno ai 95 milioni.
Il sindacato degli studenti festeggia vittoria
«Nonostante la normativa sia chiara sul punto, l’Università di Torino ha chiesto nel 2018 ben 94 milioni di euro. Ma avrebbe potuto chiedere soltanto 55 milioni» spiega in un comunicato Pasquale Scordo, coordinatore dell’UDU di Torino. «Finora solo l’Università di Pavia era stata condannata per ben quattro esercizi finanziari, ma per importi inferiori» prosegue Scordo. E aggiunge: «La decisione dimostra come, per anni, moltissime delle università italiane abbiano richieste una tassazione studentesca fuorilegge, nell’assurda pretesa di scaricare sugli studenti il sottofinanziamento statale dell’Università pubblica».
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Torino e Pavia non sono le uniche università che avrebbero applicato una tassazione oltre i limiti di legge, secondo l’UDU sarebbero almeno 18 su 59 gli atenei pubblici che presentavano nel bilancio preventivo una «contribuzione studentesca fuorilegge». Secondo il sindacato, tali pratiche «violano la differenza essenziale con gli atenei privati» siccome «gli atenei statali dovrebbero basare il proprio finanziamento principalmente sulla fiscalità generale, chiedendo agli studenti soltanto un contributo a titolo di compartecipazione».
La risposta dell’Università di Torino e come dovrà risarcire gli studenti
In una nota, l’Università di Torino ha detto che «sono in corso gli approfondimenti necessari», e che l’Ateneo «continuerà ad adoperarsi per favorire il diritto allo studio di tutti gli studenti, confermando le iniziative a favore dell’ampliamento della no tax area sotto i 23 mila euro».
Non è chiaro come verranno restituiti i soldi. Nella sentenza, il Consiglio di Stato ha scritto che l’Università dovrà « disporre i necessari conguagli».
Considerato il numero di studenti iscritti all’Università di Torino nell’anno accademico 2018-2019 (circa 70mila), l’Ateneo dovrebbe disporre un rimborso di circa 550 euro a studente.