La NATO compie 75 anni. Mentre a Bruxelles è in corso un summit dell’Alleanza, a cui partecipano i 32 ministri degli Esteri dei Paesi membri, il 4 aprile l’organizzazione festeggia tre quarti di secolo di vita. Un periodo lungo, segnato da alti e bassi, da nuove adesioni e uno scontro, mai sopito, con l’Unione Sovietica prima e la Russia oggi. Senza contare, dopo così tanti anni, la minaccia peggiore: il possibile sganciamento degli Stati Uniti.
Sopravvivere soli
Le elezioni presidenziali americane di novembre 2024 potrebbero riportare Donald Trump alla Casa Bianca. Non è un mistero che il Tycoon sia sempre stato piuttosto critico nei confronti della NATO, minacciando in varie occasioni di ritirarsi o di ridurre notevolmente il coinvolgimento statunitense. Questa prospettiva preoccupa da tempo i partner europei. Washington da sempre fornisce armi, truppe, coordinamento e fondi per la difesa del continente.
In una frettolosa corsa ai ripari preventiva, molti Stati membri che fanno anche parte dell’Unione Europea hanno lanciato proposte per una Difesa comunitaria in seno alla stessa UE, in grado di sopravvivere da sola anche in mancanza della NATO. Per lo stesso motivo a Bruxelles si sta discutendo di un fondo comune di durata quinquennale da 100 miliardi di dollari per rifornire di armi l’Ucraina. Con gli americani sempre più titubanti è importante “blindare” il sostegno a Kiev dalla minaccia trumpiana.
Dossier Ucraina
Proprio il Paese aggredito dalla Russia è al centro del tavolo dell’Alleanza. Non solo sul fronte del supporto economico, ma anche nell’ottica di un’adesione futura. Il Segretario generale Jens Stoltenberg non ha dubbi in merito: «Tutti gli alleati concordano sul fatto che l’Ucraina diventerà membro. Tutti gli alleati concordano sulla necessità di continuare ad avvicinare l’Ucraina all’adesione alla NATO».
Per ora la paura principale è che la Russia lanci una nuova offensiva di primavera, sfruttando la carenza di munizioni di Kiev e la stanchezza delle sue truppe. Di qui la richiesta massiccia di nuove armi (da parte dell’Ucraina) e di maggiore impegno dei Paesi membri (in primis degli Stati Uniti, che da mesi bloccano un pacchetto di aiuti da 60 miliardi di dollari).
Cortina di ferro
Nel frattempo l’Alleanza fa i conti con l’autodifesa dalla minaccia russa. Già nel 2022 era stato stabilito di schierare 100 mila uomini alla frontiera orientale. Ma il crescere della tensione ha portato a un radicale ripensamento della strategia. Ora l’obiettivo è quello di presidiare il fianco Est con 300 mila uomini e donne. Numeri da capogiro, se paragonati agli impegni finora assunti dalla NATO.
Intanto cresce la spesa militare dei Paesi membri. La Polonia toccherà il 4% del Pil, superando addirittura gli Stati Uniti in termini percentuali. E mentre salgono gli investimenti in tutta l’Europa, anche nazioni tradizionalmente poco inclini a spendere in armamenti stanno cambiando rotta. Su tutti, Paesi Bassi e Germania. A 75 anni dalla sua fondazione, complice anche il clima di instabilità internazionale, la NATO è più viva che mai.