Via Indipendenza, una delle strade principali di Bologna, è stata invasa da studenti pronti a manifestare in occasione dell’apertura dell’anno accademico dell’Università della città. “Boicottiamo Israele”, “Palestina libera”, questi sono solo alcuni degli slogan utilizzati dagli attivisti. L’appuntamento fissato dai collettivi studenteschi era per le 15:00 del 20 marzo in Piazza Verdi, punto di ritrovo dei giovani bolognesi nella zona universitaria del centro storico. Circa duecento ragazzi dei gruppi Cua, Cambiare Rotta, Osa e Giovani Palestinesi hanno partecipato al corteo verso via De’ Monari, luogo dell’evento, che vedeva tra i partecipanti il rettore Giovanni Molari, il Ministro dell’Istruzione Anna Maria Bernini e l’ex premier neozelandese Jacinda Ardern. Violenti gli scontri con gli agenti in tenuta antisommossa, che a colpi di manganellate hanno cercato di reprimere la protesta.
«Intifada sempre sarà»
L’obiettivo degli studenti era far leggere un comunicato sul palcoscenico del Teatro Manzoni, denunciando a gran voce le atrocità commesse da Israele in Medio Oriente e la mancata presa di posizione del’ateeo. Nonostante le tensioni, è stato concesso ad alcune ragazze di leggere il testo, ma questo non ha fermato la rivolta.
«Bernini rappresenta un governo sempre più schierato al fianco dell’entità genocida sionista, tanto da porsi in prima linea nella missione di guerra nel mar Rosso contro gli Houthi e il popolo yemenita che eroicamente sostiene la resistenza del popolo palestinese. Molari e tutta l’Università di Bologna hanno le mani sporche di sangue», hanno dichiarato le attiviste sventolando la bandiera palestinese. Il rettore Molari ha tolto poi la parola alle studentesse durante la cerimonia di apertura dell’anno accademico, pregando gli attivisti di fermare i disordini.
Intanto i poliziotti della Digos hanno già avviato gli accertamenti per individuare i responsabili degli scontri, che risponderanno, a vario titolo, di resistenza, lesioni a pubblico ufficiale, lancio pericoloso di oggetti e danneggiamento. Il questore Antonio Sbordone, ha espresso la sua solidarietà ai poliziotti coinvolti negli scontri, in particolare ai due agenti rimasti feriti.
L’occupazione del Dipartimento di Filologia e del rettorato
«Da anni andiamo avanti chiedendo di interrompere gli accordi tra l’Università Bologna e numerose aziende e istituzioni israeliane, ma anche italiane come Leonardo, impegnata nell’ambito bellico», ha detto Davide, un membro del gruppo Giovani Palestinesi di Bologna.
«Abbiamo fatto diversi tentativi, è chiaro che negli ultimi mesi con un genocidio in corso a Gaza l’attenzione è cresciuta. Volevamo che Unibo chiedesse il cessate il fuoco, ma non l’ha mai fatto. Ci siamo radunati in Piazza Verdi per poi dirigerci verso il Teatro Manzoni con la pretesa di prendere parola durante la cerimonia. C’è stata una militarizzazione completa della città e all’inizio ci hanno impedito di entrare con diverse cariche della polizia. Abbiamo raggiunto un accordo con la decisione di inviare una nostra delegazione, ma prima hanno tardato l’intervento delle ragazze e poi il ministro Bernini ha lasciato l’aula. Al momento stiamo occupando il Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica in via Zamboni 32 e del rettorato. Decideremo durante l’assemblea le prossime mosse», ha concluso.
Nel programma per il 21 marzo è previsto anche un collegamento con l’avvocato di Anan Yaeesh, Flavio Rossi Albertini. Il 37enne palestinese, detenuto in Italia, fino a pochi giorni fa rischiava l’estradizione in Israele.