Ipotesi di commissariamento del comune di Bari per mafia

Il primo cittadino di Bari, Antonio Decaro

Il ministero degli Interni ha nominato una commissione di accesso per valutare l’ipotesi di commissariamento del Comune di Bari per mafia.

La ricostruzione

Il Governo ha avviato una commissione con il compito di verificare la sussistenza o meno di infiltrazioni mafiose all’interno del Consiglio comunale di Bari. L’ipotesi, che porterebbe allo scioglimento del Comune, deriva dall’inchiesta “Codice Interno”, svolta il 26 febbraio. La Procura aveva infatti portato alla luce una possibile rete tra mafia, politica e imprenditoria cittadina, con scambio di voto alle comunali del 2019.

L’inquinamento avrebbe riguardato in particolar modo l’azienda comunale che gestisce il trasporto pubblico, Amtab. La polizia aveva disposto 110 arresti e 25 domiciliari con le accuse di associazione mafiosa, estorsione, porto e detenzione di armi e commercio di droga. Tra questi, due esponenti politici. Giacomo Oliveri, ex consigliere regionale già arrestato in passato e sua moglie, Maria Carmen Lorusso, consigliera comunale di maggioranza.

Le reazioni del sindaco

«Oggi è stato firmato un atto di guerra nei confronti della città di Bari» scrive il sindaco Decaro su Facebook. «L’atto, come un meccanismo a orologeria – continua – segue la richiesta di un gruppo di parlamentari di centrodestra pugliese. È un atto gravissimo che mira a sabotare il corso regolare della vita democratica della città di Bari, proprio, guarda caso, alla vigilia delle elezioni. Elezioni che il centrodestra a Bari perde da vent’anni consecutivamente. Per le quali stenta a trovare un candidato e che stavolta vuole vincere truccando la partita“.

Il primo cittadino, nella conferenza stampa di oggi, ha inoltre asserito di essere pronto a collaborare, ricordando di vivere sotto scorta da nove anni per il suo operato contro la mafia. «Ho già trasmesso al prefetto un voluminoso dossier composto da 23 fascicoli e migliaia di pagine sull’attività del Comune contro la criminalità organizzata».

Lo scontro politico

Forza Italia che, dopo la retata di febbraio, aveva tappezzato la città con cartelli “fuori la mafia da Bari”, ha replicato a Decaro. «Dovrebbe apprendere con favore l’azione del governo. Per questo lo invitiamo a cambiare registro per senso di responsabilità». Dello stesso avviso anche Nicola Molteni. Il sottosegretario leghista agli Interni ha, infatti, precisato la necessità di intervenire dopo i fatti emersi a febbraio 2024. E ha poi aggiunto: «Il governo Meloni ha sciolto quindici comuni: quattro di centrodestra, tre di centrosinistra e otto guidati da liste civiche».

Uno dei manifesti di Forza Italia dopo l'inchiesta Codice Interno a Bari
Uno dei manifesti di Forza Italia dopo l’inchiesta Codice Interno a Bari

La segretaria del PD Elly Schlein, invece, si dice “basita” in merito alle modalità con cui il ministro Piantedosi ha annunciato la nomina della Commissione. «Una scelta che arrivando a tre mesi dalle elezioni sembra molto politica, non avendo nemmeno esaminato la documentazione presentata dall’amministrazione del sindaco Decaro. È molto grave”.

Il 7 aprile, infatti, si votano le primarie del centrosinistra per la scelta del successore di Decaro, che dopo due mandati non può ricandidarsi. In lizza ci sono Vito Leccese, esponente dei Verdi, e l’avvocato Michele Laforgia, sostenuto da Movimento Cinque Stelle, Sinistra italiana e Italia Viva. Il centrodestra è tuttora senza candidato, probabilmente perché nessuno fino ad oggi ha creduto alla possibilità di avere la meglio sul centrosinistra.

Cosimo Mazzotta

LAUREATO IN GIURISPRUDENZA ALL'UNIVERSITA' DEL SALENTO CON UN ANNO DI STUDI IN SPAGNA PER APPROFONDIRE LE TEMATICHE DI DIRITTO INTERNAZIONALE. MI INTERESSO DI CRONACA, POLITICA INTERNA E SPETTACOLO. MI PIACE IL DIALOGO IN OGNI SUA FORMA. SFOGO IL MIO SPIRITO CRITICO ATTRAVERSO LA PAROLA E IL DISEGNO.

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