Sembrava ufficiale ma la legge sull’immigrazione in Texas è stata bloccata di nuovo. Inizialmente i giudici della Corte del Texas avevano respinto il ricorso del Presidente Joe Biden. Aveva vinto la maggioranza conservatrice che si era appellata alla legge federale degli USA. Ma questa mattina una corte d’appello federale ha nuovamente bloccato una legge che rende un crimine di Stato l’attraversamento illegale del confine con il Texas da parte degli immigrati. La decisione finale è stata rimandata al 4 aprile.
La legge
La chiave di lettura è la parola “presunto”. Gli organi di polizia texani potrebbero arrestare, trattenere e rimpatriare i presunti illegali. Significa che anche se non ci sono certezze rispetto alla legalità del richiedente asilo le autorità potranno comunque arrestarlo, senza indugi. La legge ha scaturito diverse lamentele nel mondo politico degli Stati Uniti.
Le polemiche si sono allineate intorno all’incostituzionalità della scelta texana, perché si tratta di mettere in atto rimpatri forzati senza avere certezze. Per questo motivo è intervenuto il presidente Biden. Il leader democratico si è appellato alla Corte Suprema degli USA chiedendo un ricorso che ha bloccato l’entrata in vigore della legge per un mese. Il ricorso è stato revocato. Ha vinto l’ala Repubblicana, quindi la legge era stata approvata immediatamente nella giornata di martedì 19 marzo. Ma questa mattina un nuovo incontro sulla piattaforma Zoom ha cambiato le carte in tavola e la decisione finale verrà presa il 4 aprile.
L’interesse dello Stato texano nei confronti delle politiche migratorie non è una novità. Il sud-ovest del paese confina direttamente con il Messico, quindi è interessato a tutte le diatribe che coinvolgono la gestione delle rotte tra sud e nord America. Tra queste non è esclusa la famosa questione del muro alla frontiera. Baluardo della maggioranza repubblicana il Texas si appoggia alla legge trumpiana Titolo 42, fortemente repressiva. L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump aveva basato parte della sua campagna elettorale su questa legge, avanzando la possibilità di rimpatriare forzatamente i richiedenti asilo. La legge texana S.B.4, conosciuta anche come “show me your paper”, non si discosta molto da quella visione.
Le polemiche
Sono intervenute le associazioni americane per i diritti umani. Sostengono che la S.B.4 sia una delle leggi più restrittive di tutti i tempi e che sia un bel salto nel passato. L’organizzazione non governativa statunitense American Civil Liberties Union ha accusato il Texas di non essere in linea con la costituzione federale. A questa accusa ha reagito immediatamente il governatore del paese Greg Abbott con un post su X. «Centinaia di persone schedate nelle liste terroristiche statunitensi sono entrate illegalmente nel nostro paese sotto la presidenza Biden». Il post si rivela un attacco diretto al presidente in carica le cui politiche migratorie miravano a una maggiore tolleranza, mai realmente messa in pratica.
Anche il governo messicano è intervenuto descrivendo la legge come disumana. Effettivamente, il richiedente asilo senza documenti verrebbe incarcerato sei mesi una prima volta, ma la pena potrebbe alzarsi a 20 anni dal secondo richiamo. Il Messico ha anche aggiunto che non sia un modo efficace per limitare l’immigrazione clandestina, sostiene possa invece aumentare la criminalità alla frontiera. Ma sono polemiche che continuano dal 2021, quando Abbott aveva lanciato il programma di sicurezza Operation Lone Star che oggi conta un’iniziativa dal valore di 12 miliardi di dollari.