Chi era Jordan Jeffrey Baby, il trapper morto suicida in carcere

Ventidue, il numero di suicidi nelle carceri italiane nel 2024. L’ultima vittima è Jordan Jeffrey Baby, nome d’arte di Jordan Tinti,  trovato appeso con un cappio alle sbarre della sua cella nel penitenziario Torre del Gallo di Pavia, dove era detenuto. Il trapper, 26 anni, stava scontando una condanna di 4 anni e 4 mesi per rapina aggravata da odio razziale. In passato aveva già tentato di togliersi la vita e denunciato gli abusi subiti nella struttura.

Le dinamiche

Le guardie penitenziarie hanno trovato il cadavere nella notte tra lunedì 11 e martedì 12 marzo. Tutti gli elementi nelle mani delle autorità fanno pensare a un suicidio volontario, ma l’avvocato del giovane trapper ha affermato che la vicenda presenta degli elementi che dovranno essere chiariti.

Il legale si riferisce al fatto che Jordan Tinti era detenuto in una struttura in cui aveva denunciato abusi e violenze e da cui, in passato, era stato allontanato. La storia della detenzione di Jordan Tinti è, infatti, travagliata. Il trapper è stato arrestato nell’estate del 2022, inchiodato da un video in cui derideva un immigrato nigeriano dopo avergli sottratto la bicicletta alla stazione di Carnate, in Brianza. Il suo primo centro di detenzione è stata la casa circondariale di Monza. Ma, in seguito a tensioni con la comunità africana nella struttura, è stato trasferito nella sezione “protetti” del carcere di Pavia.

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Jordan Jeffrey Baby e il suo collega trapper Traffik, entrambi condannati per la rapina.

Poi, è arrivata la condanna del tribunale di Monza. Quattro anni e quattro mesi per Tinti e per il rapper romano Gianmarco Fagà, nome d’arte Traffik, anche lui presente il giorno della rapina. Il complice decide di fare appello e la sua pena viene ridotta e convertita in violenza privata e danneggiamento.  Tinti, invece, decide di non fare ricorso e di accettare un percorso di recupero in una comunità terapeutica. Pochi giorni fa, è stato però allontanato perché in possesso di cellulare e sigarette, una violazione del regolamento, ed è stato trasferito nuovamente a Pavia. Sarebbe proprio questo l’errore secondo il legale. Tinti aveva già denunciato  di essere stato « violentato e maltrattato» nel penitenziario e aveva già tentato il suicidio e commesso gesti autolesionistici.

Chi era Jordan Jeffrey Baby

La carriera musicale di Jordan Jeffrey Baby, più che basarsi sulle sue canzoni, si è alimentata di comportamenti e atti estremi. Nel 2019, per lanciare il suo nuovo singolo, White Socks, il trapper decide di realizzare un video di promozione particolare. Si fa riprendere fuori da una stazione dei carabinieri mentre lancia insulti contro le forze dell’ordine e le multinazionali. Nel video, Jordan Tinti sale sopra le macchine, tirando calci alla carrozzeria e svuotando birra sui veicoli.

 

La clip fa rapidamente il giro del web, arriva al mondo della politica e, di conseguenza, in televisione. In particolare, il programma a dedicargli spazio è Non è l’Arena di Massimo Giletti. Litigi, dichiarazioni provocatorie, testi rappati in diretta nazionale. Il tutto con un messaggio preciso: per arrivare qua sono stato disposto a tutto. Per lui, i suoi comportamenti erano gesti di rivendicazione personale e popolare.

In seguito, è stato ospite di altre trasmissioni e la sua influenza sui social è aumentata. È stato anche protagonista di un servizio di Vittorio Brumotti su Striscia la Notizia, in cui Jordan Tinti aggredisce il reporter di Canale 5 che stava indagando sulla rapina che poi gli è costata il carcere.

Ettore Saladini

Laureato in Relazioni Internazionali e Sicurezza alla LUISS di Roma con un semestre in Israele alla Reichman University (Tel Aviv). Mi interesso di politica internazionale, terrorismo, politica interna e cultura. Nel mio Gotha ci sono gli Strokes, Calcutta, Martin Eden, Conrad, Moshe Dayan, Jung e Wes Anderson.

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