La Russia si ritira. No, non in Ucraina. Sul mercato internazionale degli armamenti. Secondo lo studio sul commercio bellico dell’Istituto di Studi per la Pace di Stoccolma (SIPRI), pubblicato l’11 marzo 2024, per la prima volta Mosca finisce al terzo posto tra i Paesi esportatori di armi nel mondo.
Crollo
La caduta commerciale della Russia è vertiginosa. Nel quinquennio 2019-23 il più grande Paese del globo ha visto ridursi del 53% la quota di mercato raggiunta nel periodo precedente (2014-2018), passando dal 21% delle esportazioni totali del settore Difesa all’11%. Un tracollo clamoroso, anche in termini di Stati partner: se nel 2019 Mosca forniva armamenti a 31 nazioni, oggi si rivolge solamente a 12.
È possibile che questa débacle sia da ricondurre alla situazione in Ucraina e alle sanzioni stringenti imposte da molti Paesi e, fanno sapere da SIPRI, non ci sono prospettive di recupero, almeno nel breve termine. Spulciando tra i dati si nota che la fetta più ampia dell’export russo nel 2019-23 è costituita da carri armati, 494 per la precisione. L’industria di Mosca è rinomata per la produzione di ottimi veicoli corazzati, economici ed efficienti. Il 21% delle forniture russe è andata alla Cina, il 7,5% all’Egitto. Ma a ottenere la corona di maggior importatore di armi dal nord è l’India (34% delle esportazioni del Cremlino).
Asse Delhi-Parigi
Nuova Delhi non è solo il principale cliente della Russia, ma addirittura del mondo. Negli ultimi cinque anni, le forze armate indiane hanno ricevuto un terzo delle esportazioni globali di armi: il 36%. Nella classifica dei fornitori troviamo il podio globale, ma all’incontrario. In prima posizione la Russia, in terza gli Stati Uniti. E al secondo posto? Chi ha scalzato Mosca a livello globale? La Francia.
Parigi detiene ora poco più dell’11% del mercato mondiale delle armi, con una crescita quinquennale del 47% (quindi abbastanza equilibrata alle perdite russe). A pesare è soprattutto l’industria aeronautica. La Francia sta vendendo molto bene al mondo il suo caccia di quarta generazione, il Rafale: due Stati europei hanno scelto il bireattore francese (Croazia e Grecia), insieme a Egitto, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Indonesia. E India, ovviamente.
Europa a stelle e strisce
Stabili in prima posizione rimangono gli Stati Uniti, rafforzati soprattutto dal mercato europeo. Se nel periodo 2014-18 gli USA erano responsabili del 35% delle forniture militari del vecchio continente, oggi la quota è salita al 55%. Decisiva la guerra in Ucraina (che da sola ha ricevuto il 23% delle armi dirette in Europa, registrando un +6633% di import rispetto ai cinque anni precedenti), che ha spinto molti Stati a rafforzare i propri apparati militari, optando per sistemi rodati e di sicura efficacia come quelli americani.
Ma la soverchiante presenza statunitense non ha impedito ad alcune nazioni europee di migliorare i dati delle proprie esportazioni. Al calo di storici produttori come Germania e Regno Unito (entrambe segnano un -14%), corrisponde la vertiginosa crescita dell’Italia (+86% rispetto al quinquennio 2014-18). L’ampia produzione aeronavale nazionale ci porta al sesto posto della classifica dei maggiori esportatori al mondo, con commesse concentrate soprattutto in Medio Oriente (in primis verso Qatar, Egitto e Kuwait). All’aumento delle spedizioni all’estero corrisponde anche una minore dipendenza dall’import: -37% rispetto a cinque anni fa. Un buon segnale per il settore Difesa nostrano.