Sono passati sette mesi dal varo della cosiddetta “legge anti-campeggio”, con cui la città di San Diego, in California, sta cercando di affrontare l’emergenza senzatetto. L’ordinanza consente alla polizia di cacciare le persone senza fissa dimora dagli snodi di transito, dai parchi e dai loro ripari di fortuna situati entro due isolati dalle scuole. L’obiettivo è quello di togliere questi individui dalla strada, ricollocandoli in alloggi permanenti, così da salvaguardare il decoro pubblico e proteggere la loro igiene e sicurezza. Il provvedimento consente però di sfrattare le persone senzatetto indipendentemente dalla disponibilità di posti letto. E così, molte tende e molti accampamenti sono stati tolti dai marciapiedi, circa la metà dei clochard è stata trasferita in alloggi sicuri, ma molti di loro sono stati semplicemente costretti a spostarsi in altre zone della città. Senza che ci siano posti letto a sufficienza per accoglierli tutti.
I numeri dell’emergenza in California
Interi quartieri trasformati in baraccopoli, come il Tenderloin di San Francisco e lo Skid Row a Los Angeles. E poi, strade ricolme di tende e accampamenti di fortuna, per terra bottiglie vuote e siringhe, nell’aria un odore rivoltante, sui marciapiedi una miriade di persone invisibili che dormono, vomitano, litigano, muoiono di overdose. Come spiegato nel libro California dal vicedirettore de Il Post Francesco Costa, la questione dei senzatetto rappresenta una gigantesca crepa nel mito degli Stati Uniti d’America. Un problema cruciale proprio nel cuore dell’economia americana, nella terra della Silicon Valley e dell’incontrastato dominio del Partito democratico. Nello Stato dove il costo della vita e della casa ha però raggiunto livelli per molti insostenibili. Anche per chi un lavoro ce l’ha.
Le persone senza fissa dimora in California hanno superato quota 180 mila. Rappresentano circa un quarto di quelle presenti sul suolo statunitense, in uno Stato che conta il 12% della popolazione del Paese. Dal 2010 al 2021 sono aumentate del 31%, mentre il loro numero diminuiva del 18% nel resto degli Stati Uniti. Nel 2023 in California il 68% delle persone senzatetto non si trovava in strutture di accoglienza governative: era la percentuale più alta fra tutti gli Stati americani. Da queste cifre si comprende come l’emergenza sia diventata – insieme alla disponibilità di alloggi a prezzi accessibili – la questione più importante per gli elettori californiani, come mostra un recente sondaggio. Nell’ultimo quinquennio lo Stato ha speso oltre 20 miliardi in programmi abitativi. Nel frattempo, le città hanno preso misure per risolvere la questione. Proprio come l’ordinanza anti-campeggio della città di San Diego.
La soluzione di San Diego
Un censimento condotto nel 2023 contava circa 6500 persone senzatetto a San Diego: da allora circa la metà di loro ha trovato un posto letto, mentre 3285 sono rimasti in strada. Come riportato da un sondaggio mensile, nel centro città il picco nel numero di persone senza fissa dimora – 2104 – è stato raggiunto nel maggio 2023. A dicembre erano scese a 846, anche se a gennaio erano risalite a 1019. Merito della legge sui campeggi non sicuri, passata nel giugno 2023 con cinque voti a favore e quattro contro in un consiglio comunale composto interamente da democratici. Stando alle cifre riportate dall’ufficio del sindaco, la città finanzia da allora 1856 posti letto negli alloggi, cui si aggiungono 533 tende per single e coppie e 233 posteggi dove le persone possono dormire sicure nelle loro automobili.
A detta dei critici, però, i posti messi a disposizione dalle autorità non sono sufficienti e i politici, non riuscendo a fornire alloggi a prezzi accessibili, stanno ricorrendo alle forze di polizia per sfrattare le persone senza fissa dimora dai loro ripari di fortuna. Molte di loro sono ancora radunate nel centro città e sono costrette dalle autorità a spostarsi continuamente, anche solo a pochi passi di distanza. Insomma, il provvedimento «non ha risolto la questione dei senzatetto», sostiene Michael McConnel, ex vicepresidente del board della Regional Task Force on Homelessness, un ente che amministra i fondi pubblici per gli alloggi e altri servizi analoghi. Lo stesso sindaco di San Diego, il democratico Todd Gloria, ha ammesso che alcuni senzatetto si stanno semplicemente trasferendo altrove. Di qui altri due obiettivi fissati dalla sua amministrazione: snellire la burocrazia e aggiungere mille posti letto nel 2024.
La questione si sposta a livello federale
Nel frattempo, due senatori della California – un repubblicano e un democratico – hanno proposto a livello statale una versione dell’ordinanza di San Diego. È atteso inoltre l’intervento della Corte Suprema, chiamata a decidere sulla legalità delle “leggi anti-campeggio” applicate nei confronti di persone che non possono andare altrove. Il 22 aprile i giudici esamineranno il ricorso della città di Grants Pass, nel sud dell’Oregon, contro la sentenza di un tribunale che aveva stabilito che tali ordinanze violano l’ottavo emendamento della Costituzione. Emendamento, questo, che vieta di «infliggere pene crudeli e inconsuete». A sollecitare un intervento della Corte – composta da una maggioranza repubblicana – era stato il governatore della California Gavin Newsom: a suo dire, la sentenza sta bloccando ogni tentativo di risolvere il problema degli accampamenti non sicuri e antigenici. La pronuncia della Corte, prevista entro la fine di giugno, potrebbe dare il via libera definitivo a questo genere di misure.