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Vincenzo è sulla sedia a rotelle da più di 40 anni; non è nato disabile, lo è diventato a causa di una broncopolmonite fulminante che lo ha colpito alle gambe. Vive in via Zurigo, a Milano, in una struttura gestita da una Onlus, la Don Gnocchi, che ospita in maniera permanente persone con disabilità motoria. Ogni mattina Vincenzo, e come lui tanti altri disabili, si reca a lavoro con i mezzi pubblici ed il percorso per raggiungere la propria sede si trasforma in una serie infinita di problemi. Usciti da casa, comincia la sfida. Durante il percorso bisogna usare gli scivoli per accedere ai marciapiedi, nella speranza che nessuno ci abbia parcheggiato davanti; in questo caso, si va sulla carreggiata dove sfrecciano le auto. In metro, il dislivello tra la banchina ed il treno è insormontabile con la sedia a rotelle, quindi ci si mette alla testa del treno così il conducente può vederci, scendere dalla cabina e spingerci all’interno. Per lasciare il vagone poi bisogna chiedere aiuto ad un passeggero. Anche alla fermata dell’autobus bisogna aspettare che l’autista ci aiuti, tiri giù una pedana manualmente e spinga la sedia a rotelle sul mezzo. Tutto questo si ripete quotidianamente sia all’andata che al ritorno. “Le difficoltà non mancano”, ci dice, “ma Milano è messa meglio di tante altre città”. Nonostante queste difficoltà, non si perde il sorriso, si parla tanto di Inter e di belle ragazze e quello che a noi sembra impossibile da fare su una carrozzina, per Vincenzo è ordinaria amministrazione.
Federico Fumagalli
Mariella Laurenza
Adriano Palazzolo