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Nella notte tra domenica 1 e lunedì 2 giugno è avvenuto il crollo di una parte del cratere sud-est dell’Etna. Il vulcano attivo più alto d’Europa è esploso con potenti boati, generando una colata di lava lungo l’adiacente Valle del Leone. Ma la cosa più spettacolare è stata la fumata che si è levata dal cratere, visibile a decine di chilometri di distanza.
Il cratere più friabile
Il cratere di sud-est è uno dei quattro macro-crateri sommitali, il più giovane e irrequieto. Proprio perché giovane, il cono di questo cratere è il meno solido, dunque il maggiormente esposto a episodi eruttivi o alla pressione del gas sottostante. L’evento non è pericolo, anzi, funge da valvola di sfogo dell’attività dell’Etna. Al momento né la colata lavica, né altri materiali fuoriusciti hanno provocati danni nell’abitato circostante, che rimane molto più in basso in termini di altitudine.
Le parole del sindaco
L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Catania non prevede pericoli e anche Enrico Tarantino, sindaco di Catania, ha rassicurato i cittadini: «È tutto normale e sotto controllo». L’eruzione è da considerarsi parte della ciclicità dell’attività etnea: «Non c’è alcuna criticità, è un fenomeno che si ripete e, alla luce del monitoraggio del vulcano, già previsto. Tanto che era stato impedito l’accesso delle aree sommitali. È la nostra montagna, che ormai abbiamo iniziato a conoscere in ogni sua manifestazione».
Aeroporto in allerta
La prassi prevede anche l’allerta per l’aeroporto di Catania. L’attuale attività eruttiva non ha conseguenze sui voli in arrivo e in partenza, ma va ricordato che l‘impatto sul traffico aereo non è legato tanto all’altezza della nube vulcanica, quanto alla direzione dei venti. La giornata di oggi, tuttavia, è priva di venti ed è improbabile che la nube si sposti. Intanto pare che la fase eruttiva si stia progressivamente attenuando, con un una riduzione del livello del tremore nei condotti magmatici che sono passati «da alti a medio-alti».