Più di duecentomila visitatori per una mostra a Palazzo Reale da giugno. Numeri da Picasso, Salvador Dalì, oppure Monet. Invece il protagonista di questo grande successo è Maurits Cornelis Escher. Matematico, intellettuale, la sua produzione artistica è fortemente concettuale: partendo da forme astratte le trasforma in oggetti concreti, portando al limite i paradossi della geometria. Caratteristiche che sembrano riferirsi a una certa idea di arte e di cultura elitaria, eppure la mostra è caratterizzata da una totale assenza di autoreferenzialità. Concepita non semplicemente come l’esposizione di sé stessa, ma con la volontà di accompagnare il pubblico dentro l’arte di Escher, la mostra si fa illusione concreta e palpabile. Isolando i singoli paradossi geometrici, e permettendo ai visitatori di maneggiarli attraverso pannelli interattivi, l’esibizione va verso il pubblico, e il pubblico ricambia ampiamente.

La prima sezione riguarda le litografie e i disegni dedicati ai paesaggi italiani. Questi ultimi sono una vera e propria ode alla bellezza dello stivale, dalla quale emerge l’amore per il centro-sud, maturato in quattordici anni di viaggi tra Lazio, Calabria e Sicilia. È la seconda parte della mostra, però, a esprimere il potenziale dell’intera esposizione, grazie alle intuizioni dei curatori Marco Bussagli e Federico Giudiceandrea.
Ogni sala, infatti, accanto alle opere offre al pubblico un percorso parallelo nel quale il visitatore diventa parte attiva avendo via via a disposizione delle sagome magnetiche da unire, dei cartelli da ruotare, dei cartoncini da spostare, per ricomporre l’idea di fondo della sala. E così, dopo aver osservato la “Galleria di Stampe”, ci si può a propria volta vedere proiettati all’interno dello stesso. Dopo aver visto “La Profondità”, un sistema di specchi ne riproduce l’effetto. Chiude l’esposizione una sala interamente dedicata all’impatto di Escher sulla cultura popolare: dai Simpson, ai fumetti passando per la musica, intere generazioni si sono riconosciute nell’opera del genio olandese.

Grazie a scelte di questo tipo è possibile vedere non solo un numero di giovani insolitamente elevato all’interno di un museo, ma anche tanti bambini, visto che la totalità delle occasioni di interazione mostra-visitatore ha anche una versione a loro dedicata.

Il genio rigoroso e visionario di Escher resterà a Milano fino al 22 gennaio 2017 presso Palazzo Reale.

Matteo Macuglia e Federico Graziani