Aveva 9.000 munizioni sulla sua macchina il terrorista che ieri si è schiantato contro un furgone della polizia sugli Champs-Elysées. A rivelare l’informazione è la testata France Info. Secondo il ministro dell’Interno. Gérard Collomb, “c’erano un certo numero di armi ed esplosivi che avrebbero dovuto consentire di far esplodere il veicolo”. Oltre al carico presente sulla sua Renault Megan, Lofti Djaziri – trentunenne nato in Francia ma di padre tunisino e madre polacca – disponeva di un arsenale con barili e polveri nella sua casa, a sud di Parigi. Schedato per radicalizzazione, l’uomo era già noto ai servizi tunisini dal 2013 ed era stato segnalato dagli stessi agli omologhi francesi. Secondo alcuni media locali, Lofti tornava spesso in Tunisia dove frequentava ambienti estremisti islamici, in particolare il gruppo Ansar Al Sharia.
Ieri alle 15.40 l’aggressore si schianta con la sua auto contro la camionetta della polizia all’altezza della fermata metropolitana Franklin Roosvelt. Gli agenti – in totale otto – sono tutti illesi. Secondo quanto riportato dal Parisien, i militari a questo punto scendono e si dirigono verso la Reanault Megan, in fiamme. Lofti morirà qualche minuto dopo. Il fuoco potrebbe essere stato appiccato dallo stesso con il tentativo di provare una deflagrazione.
Parigi torna sotto attacco proprio il giorno dopo le elezioni legislative tenutesi domenica 18 giugno. Si tratta dell’undicesimo attacco alle forze dell’ordine francesi dal 2012 condotto da individui vicino all’estremismo islamico o – a partire dal 2014 – da individui legati al sedicente Stato Islamico.
(ef)