“Non importa se un film ti è piaciuto o no. Importa quanto e come quel film ha prodotto pensiero, ha generato senso, ha scatenato emozioni condivisibili”. Questa è la filosofia del Fight Cult, il gioco che ha debuttato al “Noir in Festival”, l’evento per appassionati di cinema che quest’anno si è tenuto a Como (8-11 Dicembre) e Milano (11-14 Dicembre).
Ad aggiudicarsi questa prima edizione è stata la squadra degli “Wookies”, che ha battuto le sette avversarie all’interno di un regolamento tutt’altro che convenzionale.
Lo scopo del gioco non è esporre la propria opinione, ma sviluppare un dibattito critico in merito a un determinato film, anche a costo di immedesimarsi in chi la pensa diversamente. Infatti solo una squadra, vincendo la prima fase del gioco, conquista la possibilità di decidere se sostenere i pro o i contro di un lungometraggio, mentre all’altra rimane l’opzione scartata.
Il gioco, nato da un’intuizione di Gianni Canova (preside della Facoltà di Comunicazione alla IULM e “cinemaniaco”), prevede ulteriori due fasi. Una in cui si lasciano 30 secondi a ciascun componente delle due squadre (da 3 membri l’una) per sostenere i pro o i contro. Nell’ultima, il “mucchio selvaggio”, viene invece lasciata mano libera ai concorrenti che dibattono a suon di botta e risposta.
La finale si è svolta il 15 dicembre nell’Auditorium dell’Università IULM e ha visto protagonisti, oltre agli Wookies, la squadra “Terzo Potere”. La giuria, composta dal regista Ruggero Deodato e dai responsabili del Festival Giorgio Bosetti e Marina Fabbri, ha scelto ‘Quo Vadis, Baby?’ di Gabriele Salvatores come film per l’ultima sfida. Al termine di una gara combattutissima, due dei tre giudici hanno votato per gli Wookies, sostenendo la maggiore validità dei loro argomenti. I tre vincitori (premiati con 3000 euro) hanno avuto la meglio anche sui social, dove attraverso la pagina Facebook ‘We Love Cinema’ anche il pubblico da casa poteva seguire la sfida in diretta ed esprimere la propria preferenza.
“Abbiamo ricevuto tantissime richieste di partecipazione da tutta Italia – ha concluso soddisfatto Gianni Canova – Penso fosse importante far passare l’idea di come, in un tempo in cui si parla solo con la pancia, sia utile affrontare un dibattito anche da un punto di vista diverso dal proprio. Spero che questo format possa essere riutilizzato in futuro, magari anche in altri contesti”.
Gianluca Brigatti
Matia Venini