Washington, 17 marzo 2017 – Nuovi venti di guerra tra Stati Uniti e Corea del Nord. “Se Pyongyang dovesse diventare una minaccia – avverte il Segretario di Stato americano Rex Tillerson – l’opzione militare è sul tavolo”. La dura presa di posizione segue l’allarme suscitato, il 6 marzo scorso, dal lancio di quattro missili nordcoreani nel Mar del Giappone. Un atto ostile a cui, secondo gli Usa, potrebbero seguire anche attacchi nucleari.
“Voglio essere chiaro – ha detto il capo della diplomazia di Washington – la politica della pazienza strategica è finita”. L’avvertimento arriva alla vigilia dell’incontro tra il leader nordcoreano, Kim Yong Un, e il presidente cinese, Xi Jinping. Pechino ha chiesto al presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, di non puntare all’escalation militare: “Nessuno vuole vedere il caos alle porte di casa” ha detto il premier, Li Keqiang, rivolgendosi all’inquilino della Casa Bianca. Anche il governo sudcoreano non esclude di usare la minaccia di un intervento per intimorire il nemico. “Abbiamo a disposizione molte possibilità strategiche – ha precisato il ministro degli Esteri, Yun Byung – se consideriamo le pressioni diplomatiche come un edificio, la deterrenza militare è uno dei pilastri delle sue fondamenta. Intendiamo fare in modo che la Corea del Nord, sentendosi danneggiata dalle sue azioni sbagliate, cambi strategia”.
Gli eserciti sudcoreano e statunitense, schierati nella zona demilitarizzata che divide le due Coree, hanno avviato esercitazioni congiunte per respingere eventuali aggressioni. (C.B.)