Nell’ambito del dossier sul mondo delle cooperative in Italia, servizio d’apertura del numero di marzo di LabIulm, abbiamo dato spazio anche al pensiero di chi non condivide o critica la realtà coop.
Agevolazioni fiscali ingiustificate e truffe delle false cooperative sono i due principali argomenti messi sul piatto dai “detrattori”. Alberto Mingardi, direttore generale dell’Istituto Bruno Leoni, ci ha raccontato il suo punto di vista e le sue perplessità, riguardanti sia l’elevata distribuzione di questa forma d’impresa nel nostro paese, sia le agevolazioni fiscali che il legislatore dispone “provando ad orientare le scelte degli individui”. Uno dei capofila di questa battaglia è il patron di Esselunga Bernardo Caprotti, che ha contestato appunto lo strapotere e le agevolazioni fiscali di cui godono le cooperative nella grande distribuzione.
La nostra indagine ha poi analizzato i tanti casi, non solo Mafia Capitale, che raccontano di un uso distorto delle imprese coop. Manutencoop per quanto riguarda le indagini su Expo, Coopsette al nodo Tav di Firenze, la Cmc di Ravenna per il caso del “porto fantasma”. Oltre alla corruzione legata ai grandi appalti pubblici, un altro fenomeno sul quale abbiamo posto la nostra attenzione è quello delle cooperative spurie: società che perseguono una serie di obiettivi illeciti. Il sistema è semplice ed efficace: abbiamo provato a spiegarlo. Le cooperative spurie forniscono manodopera in appalto a prezzi stracciati, grazie allo sfruttamento dei soci-dipendenti e all’evasione. Le imprese committenti possono così risparmiare e ridurre gli occupati in busta paga. Una volta terminata la commissione, la cooperativa sparisce nel nulla con la stessa rapidità con cui è nata. Lo schema non cambia quando a commissionare il servizio è un ente pubblico.
I temi trattati raccontano quali sono le ombre del sistema cooperativo italiano: un “gigante” produttivo in cui, evidentemente, non sempre lo scopo mutualistico mette al riparo da truffe, privilegi e agevolazioni ingiustificate.