“Quando abbiamo perso John, sapevamo che era davvero finita.”
Con queste parole pregne di malinconia, Paul McCartney ricorda la fine dei Beatles, nel film- documentario Now and Then – The Last Beatles Song. Ma se non fosse ancora finita?
Il documentario, infatti, racconta la storia dell’ultima canzone dei Beatles, pubblicata il 2 Novembre 2023 e scritta da John Lennon pochi anni prima del suo assassinio, nel 1980.
Siamo alla fine degli anni 70. La demo registrata Da John Lennon nel suo appartamento di New York è arrivata nelle mani di Paul, George e Ringo nel 1994, grazie a Yoko Ono. I tre l’ascoltano immediatamente. Si sente John cantare e suonare il pianoforte, la sua voce quasi sovrastata dallo strumento. I tre Beatles, entusiasti, si recano in studio di registrazione provano immediatamente a registrare nuove parti per completare la canzone. La qualità della demo, però, è troppo bassa e la tecnologia del tempo non è ancora abbastanza sofisticata per separare la voce dal pianoforte, in modo da poter “pulire” le singole tracce. “John era in qualche modo nascosto”. Il brano viene quindi abbandonato in un cassetto, in attesa di un momento migliore. L’impossibilità di restauro del brano “ha dimostrato a noi tre una volta per tutte che John non c’è più”. E a dissolvere definitamente qualsiasi energia si aggiunge, nel 2001, la morte di George Harrison.
Fino a che, nel 2022, grazie al machine learning utilizzato per il docufilm The Beatles: Get Back, il regista Peter Jackson riesce separare le tracce audio e restituire la voce di Lennon assolutamente cristallina. John stava tornando. Tutto si rimette in discussione: “forse avrei potuto suonare il basso un po’ meglio”, è la prima considerazione di Paul McCartney.
Così, con l’aiuto di Ringo Star, e della tecnologia, ovviamente, si riesce finalmente a realizzare una traccia con dell’effettivo potenziale. Entra infine in scena, come suo padre prima di lui, Giles Martin, che prepara un arrangiamento di archi totalmente in stile Beatles. Non si poteva però dire ai musicisti che l’avrebbero registrata che era per una nuova canzone dei Beatles, tutto doveva restare un segreto. Fingono così che si tratti di un progetto di McCartney. Terminata la fase di mixaggio, il risultato finale è commovente.
“Dio, quanto sono stato fortunato ad avere quegli uomini nella mia vita.” D’accordo con queste parole di McCartney, aggiungo: quanto siamo stati fortunati anche noi ad ascoltare una nuova canzone dei Beatles nel 2023.
Lo scorso 2 Novembre, ho ascoltato Non and then (da profonda amante dei fab 4, mi emoziona anche scriverlo: la nuova canzone dei Beatles!) da sola, a casa. Ho versato qualche lacrima di commozione nel caffè americano che tenevo in mano. In un periodo storico così pregno di violenza, sofferenza e senso di impotenza (cosa è cambiato dagli anni del Vietnam contro cui protestava pacificamente Lennon? forse niente), questo brano è l’abbraccio delicato, il dolcissimo rasserenamento di cui i nostri cuori avevano bisogno.
Riponiamo tanta fiducia, tanta aspettativa e tanta considerazione nelle parole e nei gesti degli altri. Possono renderci felici o tristi, possono mostrarci ciò che siamo di più bello o di più difficile… di umanamente fallibile.
Che sia l’inarrestabile violenza di questa quotidianità guerrigliera e confusa, o le personali aspettative deluse, a spingerci nello sgabuzzino stretto e buio dello sconforto, la voce amorevole di John Lennon ce ne tira miracolosamente fuori, ricordandoci, almeno per qualche minuto, quanto la vita possa essere soave e meravigliosa. Ma soprattutto: che non c’è modo più potente del rispondere alla sgarbatezza del mondo con la bellezza della musica.
Now and then, we miss you, John. Grazie per essere tornato.