In genere si tratta di violini, fisarmoniche, chitarre, qualche volta di flauti, più raramente di trombe. Sono gli strumenti musicali degli artisti di strada, così chiamati perché suonano per le vie delle città. Finita l’esibizione, ripongono gli strumenti nel fodero e via verso la prossima stazione, marciapiede, o piazza. Un po’ diverso è il caso di Paolo Zanarella, che in strada suona qualcosa di ben più difficoltoso da trasportare: un pianoforte a mezza coda, in questi giorni a Milano, tra piazza Duomo e corso Vittorio Emanuele.
“Mi sono stancato di vedere i teatri vuoti, allora ho capito che la musica va portata fuori, dove c’è la gente”, racconta sul suo sito web, “voglio toccare con le mie note tutti quei luoghi che non hanno mai scoperto la magia e la melodia di un pianoforte”, scrive ancora.
“La musica ci salva” si legge su un cartello posto sopra il suo pianoforte. Ma non solo ci salva, ci incanta, e compie il miracolo di rallentare il passo svelto di chi si trova a camminare per il centro di Milano, rallegrando con le sue note il grigiore dei palazzi in un giorno qualunque della settimana.
Un papà con un bambino, una ragazza con il velo, una signora anziana, un uomo in giacca e cravatta, tutti, dopo aver rallentato il passo, restano incantati e si fermano per qualche minuto ad ascoltare, dimenticando i propri impegni, immersi nella melodia. Molti gli sguardi sorpresi nel vedere un pianoforte in piazza Duomo, tanti rimangono di stucco alla sua vista, qualcuno addirittura si commuove. Il pianoforte di Zanarella, a dire il vero, non ha deliziato solo i milanesi, perché lui, con il suo strumento, ha portato la musica nelle piazze di Padova, Belluno, Treviso, Vicenza, Brescia, Bologna, Ferrara, Firenze, ha suonato sospeso sui canali di Venezia, ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo e davanti al Colosseo.
Viene da chiedersi come riesca a trasportare il piano. Ma Zanarella, che è anche un inventore con alcuni brevetti registrati, si è ingegnato e ha inventato un carrello che alza il piano e lo sgancia nei posti da lui scelti, scaricandolo da un furgone attrezzato con cui percorre circa 50 mila chilometri all’anno.
Oltre ad essere fuori posto, Zanarella, è anche fuori dagli schemi, dal momento che, per professione non è un pianista, bensì un consulente aziendale,“non lo faccio per lavoro, la mia è una vocazione – scrive ancora sul suo sito – molti mi credono pazzo, sicuramente sono ‘fuori posto’ in questa società che mi vorrebbe vedere sopra un palco, io voglio stare in mezzo a voi, nei posti dove la musica di solito non arriva, io sono là”.
Nato nel 1968, è originario di Campo San Martino (Padova), la sua passione per il piano inizia all’età di 10 anni quando, da autodidatta, ha iniziato a suonare (oggi è anche un compositore), ha una laurea in teologia, è sposato e ha tre figli e finanzia questo proprio girovagare per l’Italia con i proventi dei suoi cd, che vende in piazza a offerta libera. Solo pura passione, la sua, dunque, e lo si intuisce da come tocca i tasti del piano, che sembra quasi accarezzare.
Alessandra Teichner