L’alfabeto di Falcone e Borsellino

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A come…

Azione. “Credo che ognuno di noi debba essere giudicato per ciò che ha fatto. Contano le azioni non le parole. Se dovessimo dar credito ai discorsi, saremmo tutti bravi e irreprensibili” (Falcone)

Amore.“Palermo non mi piaceva, per questo ho imparato ad amarla. Perché il vero amore consiste nell’amare ciò che non ci piace per poterlo cambiare” (Borsellino)

 

B come…

Buscetta. “Prima di lui, non avevo, non avevamo, che un’idea superficiale del fenomeno mafioso. Con lui abbiamo cominciato a guardarvi dentro. E stato per noi come un professore di lingue che ti permette di andare dai turchi senza parlare con i gesti” (Falcone)

Bellezza. “La lotta alla mafia: il primo problema da risolvere nella nostra terra bellissima e disgraziata” (Borsellino)

 

C come…

Cancro. “La mafia, lo ripeto ancora una volta, non è un cancro proliferato per caso su un tessuto sano. Vive in perfetta simbiosi con la miriade di protettori, complici, informatori, debitori di ogni tipo, grandi e piccoli maestri cantori, gente intimidita o ricattata che appartiene a tutti gli strati della società” (Falcone)

Coraggio. “E’ normale che esista la paura, in ogni uomo. L’importante è che sia accompagnata dal coraggio” (Borsellino)

 

D come…

Dovere. “Occorre compiere fino in fondo il proprio dovere, qualunque sia il sacrificio da sopportare, costi quel che costi, perché è in ciò che sta l’essenza della dignità umana” (Falcone)

Debito. “Sono morti per noi e abbiamo un grosso debito verso di loro. Questo debito dobbiamo pagarlo gioiosamente, continuando la loro opera, rifiutando di trarre dal sistema mafioso anche i benefici che possiamo trarne, anche gli aiuti, le raccomandazioni, i posti di lavoro, facendo il nostro dovere” (Borsellino)

 

E come…

Eroismo. “Si può vincere non pretendendo l’eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni” (Falcone)

Equivoco. “L’equivoco su cui spesso si gioca è questo: si dice quel politico era vicino ad un mafioso, quel politico è stato accusato di avere interessi convergenti con le organizzazioni mafiose, però la magistratura non lo ha condannato, quindi quel politico è un uomo onesto. E no! Questo discorso non va, perché la magistratura può fare soltanto un accertamento di carattere giudiziale” (Borsellino)

 

F come…

Fatto umano. “La mafia non è affatto invincibile; è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine”(Falcone)

Falcone. “La morte di Falcone ovviamente mi ha lasciato in uno stato di grave situazione psicologica in quanto non si tratta soltanto di un collega o compagno di lavoro ma probabilmente del più vecchio dei miei amici che è venuto meno” (Borsellino)

 

G come…

Gerarchia. “I soldati eleggono il capo (…). L’elezione si svolge a scrutinio segreto ed è preceduta da una serie di sondaggi e di contatti. Quasi sempre l’elezione conferma all’unanimità il candidato prescelto. Una volta eletto, questi nomina un vice e a volte anche uno o più consiglieri (…).Tutto ciò pone in rilievo quanto gerarchizzata sia la mafia” (Falcone)

Giornali. “Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene” (Borsellino)

 

I come…

Idee. “Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini” (Falcone)

Incubo. “Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo” (Borsellino)

 

L come…

Lotta. “La lotta alla mafia non può fermarsi a una sola stanza, la lotta alla mafia deve coinvolgere l’intero palazzo. All’opera del muratore deve affiancarsi quella dell’ingegnere. Se pulisci una stanza non puoi ignorare che altre stanze possono essere sporche, che magari l’ascensore non funziona, che non ci sono le scale… Io vado a Roma per contribuire a costruire il palazzo” (Falcone)

Libertà. “La lotta alla mafia (…) non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti e specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità” (Borsellino)

 

M come…

Mafiosità. “Per lungo tempo si sono confuse la mafia e la mentalità mafiosa, la mafia come organizzazione illegale e la mafia come semplice modo di essere. Quale errore! Si può benissimo avere una mentalità mafiosa senza essere un criminale” (Falcone)

Morale. “Non ho mai chiesto di occuparmi di mafia. Ci sono entrato per caso. E poi ci sono rimasto per un problema morale. La gente mi moriva attorno” (Borsellino)

 

N come…

No, mai. “No, mai”. Così Falcone risponde alla domanda “Ha mai avuto dei momenti di scoramento, magari dei dubbi, delle tentazioni di abbandonare questa lotta?” (Falcone)

Nord. “All’inizio degli anni Settanta Cosa Nostra cominciò a diventare un’impresa, (…) cominciò a gestire una massa enorme di capitali (…) dei quali, naturalmente, cercò lo sbocco. (…) Per questa ragione, cominciò a seguire una via parallela e talvolta tangenziale all’industria operante anche nel Nord o a inserirsi in modo da poter utilizzare le capacità, quelle capacità imprenditoriali, al fine di far fruttificare questi capitali” (Borsellino)

 

O come…

Organizzazione. “Il dialogo Stato-mafia, con gli alti e bassi tra i due ordinamenti, dimostra chiaramente che Cosa Nostra non è un anti-Stato, ma piuttosto una organizzazione parallela. La mafia è l’organizzazione più agile, duttile e pragmatica che si possa immaginare rispetto alle istituzioni e alla società nel suo insieme” (Falcone)

Omertà. “Bisogna liberarsi da questa catena feroce dell’omertà che è uno dei fenomeni sui quali si basa la potenza mafiosa. Si è legati a questo fatto dell’omertà, del non riferire nulla delle cose di Cosa Nostra all’esterno, di non sentire lo Stato, di sentire sempre lo Stato come un nemico o comunque come una entità con cui non bisogna collaborare” (Borsellino)

 

P come…

Paura. “L’importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio, è incoscienza” (Falcone)

Paura. “Non bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura, altrimenti diventa un ostacolo che impedisce di andare avanti” (Borsellino)

 

Q come…

Qualcosa. “Possiamo sempre fare qualcosa: massima che andrebbe scolpita sullo scranno di ogni magistrato e di ogni poliziotto” (Falcone)

Qualcosa di più. “Ricordo la felicità di Falcone quando in un breve periodo di entusiasmo mi disse: la gente fa il tifo per noi. E con ciò non intendeva riferirsi soltanto al conforto che l’appoggio morale della popolazione dava al lavoro del giudice, significava qualcosa di più, significava soprattutto che il nostro lavoro stava anche svegliando le coscienze”(Borsellino)

 

R come…

Religione. “Entrare a far parte della mafia equivale a convertirsi a una religione. Non si cessa mai di essere preti. Né mafiosi” (Falcone)

Rabbia. “Ho temuto nell’immediatezza della morte di Falcone una drastica perdita di entusiasmo nel lavoro che faccio. Fortunatamente se non dico di averlo ritrovato, ho almeno ritrovato la rabbia per continuarlo a fare” (Borsellino)

 

S come…

Solitudine. “Si muore generalmente perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande. Si muore spesso perché non si dispone delle necessarie alleanze, perché si è privi di sostegno. In Sicilia la mafia colpisce i servitori dello Stato che lo Stato non è riuscito a proteggere” (Falcone)

Sopravvissuto. “La sensazione di essere un sopravvissuto e di trovarmi in estremo pericolo è una sensazione che non si disgiunge dal fatto che io credo ancora profondamente nel lavoro che faccio, so che è necessario che lo faccia, so che è necessario che lo facciano tanti altri insieme a me, e so anche che tutti noi abbiamo il dovere morale di continuarlo a fare senza lasciarci condizionare dalla sensazione, o financo dalla certezza, che tutto questo può costarci caro” (Borsellino)

 

T come…

Timore. “Temo che la magistratura torni alla vecchia routine: i mafiosi che fanno il loro mestiere da un lato, i magistrati che fanno più o meno bene il loro dall’altro, e alla resa dei conti, palpabile, l’inefficienza dello Stato” (Falcone)

Territorio. “Politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio: o si fanno la guerra o si mettono d’accordo” (Borsellino)

 

U come…

Uomo. “La mia vita vale quanto il bottone di questa giacca. Uno o è un uomo o non lo è. Non penso alla morte” (Falcone)

Uomini. “Siamo uomini morti che camminano” (Borsellino)

 

V come…

Violenza. “Nell’organizzazione violenza e crudeltà non sono mai gratuite, rappresentano sempre l’extrema ratio, l’ultima via d’uscita quando tutte le altre forme di intimidazione sono inefficaci o quando la gravità di uno sgarro è tale da meritare soltanto la morte” (Falcone)

Valori. “È bello anche morire per le proprie idee… chi ha il coraggio di sostenere i propri valori muore una volta sola, chi ha paura muore ogni giorno” (Borsellino)

 

Z come…

Zona d’ombra. “Ci troviamo di fronte a menti raffinatissime che tentano di orientare certe azioni della mafia. Esistono forse punti di collegamento tra i vertici di Cosa nostra e centri occulti di potere che hanno altri interessi” (Falcone)

Zoppicante. “Ero convinto che lo avrebbero eliminato comunque (il pool antimafia, ndr). Almeno, dissi, se deve essere eliminato, l’opinione pubblica lo deve sapere, lo deve conoscere, il pool antimafia deve morire davanti a tutti, non deve morire in silenzio. L’opinione pubblica fece il miracolo: (…) tant’è che (…) se pur zoppicante, il pool antimafia fu rimesso in piedi” (Borsellino)

 

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