Mario Castagnacci e Paolo Palmisani, i due ragazzi di 27 e 20 ritenuti responsabili del pestaggio finale che avrebbe causato la morte del giovane Emanuele, sono stati posti in regime di isolamento nel carcere romano di Regina Coeli per il rischio di ritorsioni e minacce da parte di altri detenuti. Castagnacci era stato rilasciato dalle forze dell’ordine il giorno stesso del pestaggio, dopo che aveva passato la notte in cella in quanto in possesso di centinaia di dosi di droga.
Ricostruzione dell’accaduto
Emanuele Morganti – operaio di 20 anni- si trovava al bancone del bar Mirò, nel centro di Alatri, con la fidanzata Ketty e alcuni amici. Un ragazzo – inizialmente indicato come albanese – si è avvicinato per chiedere da bere alla barista mentre cercava di guadagnarsi il bancone. Memmo Paniccia – indicato erroneamente all’inizio come albanese – era in possesso solo di due euro ma aveva insistito per avere ugualmente un cocktail. La barista accetta per non creare tensione, ma quando si rigira verso il bancone vede i due che si strattonano. A quel punto intervengono i buttafuori che, secondo le testimonianze fin qui raccolte, portano Emanuele fuori dal locale mentre l’altro ragazzo rimane all’interno. Secondo quanto riportato dalla fidanzata, Ketty, i buttafuori avrebbero colpito Emanuele con dei manganelli nella piazza di fronte al Mirò. Il ragazzo ha provato a fuggire ma è stato subito raggiunto da una decina di persone che hanno continuato il pestaggio. Uno degli aggressori ha poi colpito con un oggetto di ferro il ragazzo che è caduto a terra, incosciente. Nonostante l’intervento dei medici – che hanno riportato fratture multiple al cranio e un’emorragia cerebrale – Emanuele non ce l’ha fatta ed è morto dopo 36 ore di agonia, a causa di una futile lite.
(ef)