A unirli, oltre al vincolo matrimoniale, la passione comune per l’omeopatia. Quella che, nel 1983, ha reso possibile la nascita GUNA, oggi leader tra le aziende italiane nel settore della produzione e distribuzione di farmaci omeopatici.
Il segreto di un successo Che cos’è che, nel giro di meno di trent’anni, ha trasformato GUNA da azienda familiare (ma “l’aria che si respira è ancora quella” ha detto una dei giovani reporter) in colosso nazionale del settore?
Il segreto alle spalle di questo successo è un’organizzazione composta da donne, uomini, capitali e idee che punta, come ogni impresa degna di questo nome, a realizzare i propri obiettivi economici. Ma, come accade molto più di rado, anche a un ‘meta-obiettivo’: la diffusione della conoscenza e dell’utilizzo di una medicina efficace e senza effetti collaterali, attenta all’uomo nella sua globalità di corpo, mente e spirito.
Ecco perché GUNA non si limita a produrre e distribuire prodotti che dimostrano da decenni la loro efficacia, ma dedica risorse alla continua verifica clinica della loro validità; investe in ricerca di base e clinica in collaborazione con università e altri enti italiani e internazionali; è in prima linea nella formazione (che eroga con la stessa metodologia nei 30 paesi nei quali esporta i suoi prodotti) e nel sostegno ad associazioni mediche dedicate all’insegnamento; gestisce e alimenta un archivio bibliografico unico sulla storia dell’omeopatia.
E ha addirittura messo a punto – grazie a un Comitato scientifico permanente composto da ricercatori di tutto il mondo e coordinato dalla Direzione medico-scientifica aziendale – un proprio metodo, il “metodo Guna”, fondato sui principi della Medicina Fisiologica di Regolazione.
I magnifici quattro Loro le foto, loro i testi, loro il filmato. Sono Stefano Fiore, Anna Chiara Gaudenzi, Francesco Priano e Marta Rigoni – tutti studenti del secondo anno del Master in Giornalismo della IULM – i veri artefici della mostra. Con le idee molto chiare in testa sul loro futuro di giornalisti: chi nella moda e chi nello sport, chi nella cultura e chi nello spettacolo.
E, dopo la visita a GUNA e uno scambio di opinioni con il presidente Alessandro Pizzoccaro, con le idee un po’ più chiare anche su che cos’è un’azienda. Dove contano “il clima e i rapporti tra le persone” (Stefano), “l’organizzazione, la ricerca e l’innovazione” (Anna Chiara) e “il capitale intellettuale” (Francesco). Ma anche “la capacità imprenditoriale”, come dice Marta, “perché saper scegliere bravi manager è fondamentale”. E poi, finita la mostra? GUNA utilizzerà le foto per il suo prossimo Bilancio sociale. Un onore – quello di illustrare un anno di attività dell’azienda – che finora era toccato a un fotografo famoso.