Usa, dall’Alabama uno schiaffo a Trump: elezioni al democratico Jones

Uno schiaffo a Donald Trump che arriva da uno stato del profondo Sud, roccaforte repubblicana. Nell’elezione straordinaria in Alabama per il seggio del Senato lasciato libero da Jeff Sessions, nominato ministro della giustizia a gennaio, il democratico Doug Jones ha sconfitto per meno di un punto percentuale l’ultra-conservatore Roy Moore. Da gennaio, sarà il primo senatore democratico dello stato dal 1997.

Decisive per la sconfitta repubblicana sono state le accuse di molestie che hanno colpito Moore nel novembre scorso. L’inchiesta del Washington Post è costata all’ex giudice, che ieri si è presentato al seggio a cavallo, una parta dell’elettorato cristiano, blocco fondamentale in Alabama. Jones ha ricevuto anche l’endorsement e una donazione simbolica di 100 dollari da parte di Jeff Flake, senatore repubblicano dell’Arizona, che ha annunciato l’intenzione di non ricandidarsi il prossimo anno per protesta contro la direzione presa dal partito nell’era Trump.

Roy Moore si avvia a votare a cavallo

Il risultato assottiglia la già risicata maggioranza al Senato del Grand Old Party, che da gennaio, quando Jones si insedierà, conterà appena 51 seggi su 100. I democratici ne avranno 47, ma potranno contare anche sui voti di due indipendenti progressisti, Bernie Sanders e Angus King. Il presidente dovrà quindi contare su senatori spesso non allineati con la Casa Bianca, a partire da John McCain.

I repubblicani non hanno ancora riconosciuto la sconfitta in Alabama e sottolineano che l’esito non è ancora stato certificato dalle autorità locali. Il margine inferiore all’1% li autorizza inoltre a chiedere il riconteggio dei voti. E siccome tutte le istituzioni dello stato sono controllate dai conservatori, è possibile una lunga serie di ricorsi. Trump, però, si è già congratulato con il vincitore.

La sconfitta repubblicana di ieri segue di circa un mese quella in Virginia. Lo scorso 7 novembre, Ed Gillespie era stato sconfitto dal democratico Ralph Northam nella corsa a governatore, e i conservatori avevano perso 15 seggi alla Camera dello stato. Una doppia battuta d’arresto che mette in allarme il Grand Old Party in vista delle elezioni di medio termine del prossimo novembre, in cui si voterà per un terzo del Senato e per tutta la Camera.

(MN)

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