Giornata mondiale contro l’Aids: serve fare di più

Oggi, giovedì 1 dicembre, si celebra la giornata mondiale contro l’Aids. Indetta per la prima volta nel 1988 con l’obiettivo di sensibilizzare le persone al tema, ogni anno aiuta ad approfondire la conoscenza di una malattia che continua a fare centinaia di migliaia di morti ogni anno.

I numeri dell’Aids

Nonostante se ne parli poco, l’Aids – malattia infettiva causata dal virus Hiv – è ancora un problema che riguarda un numero altissimo di persone. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, infatti, nel 2021 i morti sono stati 650mila, mentre 1,5 milioni quelli che hanno contratto il virus. Dall’inizio dell’epidemia, nel 1981, l’Aids ha causato circa 40 milioni di vittime: il maggior veicolo di contagio rimane la trasmissione sessuale.
In Italia, secondo gli ultimi dati pubblicati dal Centro Operativo AIDS, dell’Istituto Superiore di Sanità, le diagnosi di infezione da Hiv nello scorso anno sono state 1770, pari a tre casi ogni 100mila abitanti. Un numero inferiore alla media degli altri Paesi europei, dove l’incidenza è di 4,3 casi per 100mila abitanti.
La fascia di età più colpita dalla malattia è quella che va dai 30 ai 39 anni.

Il tema di quest’anno

Il tema per la giornata mondiale del 2022 è ‘Equalize’- Equilibrio, parola scelta per sottolineare la necessità di intervenire per ridurre le disuguaglianze. Lo slogan di Unaids – il programma delle Nazioni Unite per l’Aids – è un invito all’azione: per porre fine alla diffusione della malattia bisogna lavorare per garantire a tutti l’accesso a test e trattamenti. Nonostante non esista ancora una cura definitiva, i trattamenti con i farmaci antiretrovirali che impediscono la replicazione del virus e le altre strategie terapeutiche sviluppate negli anni permettono di tenere l’infezione sotto controllo, rendendo la malattia una condizione cronica gestibile. Per combattere la diffusione dell’Aids rimane fondamentale fare prevenzione, soprattutto tra i giovani. Un terzo delle persone che riceve una nuova diagnosi, infatti, scopre di essere positivo quando l’infezione è in fase avanzata.

Prospettive future

Negli ultimi due anni, in corrispondenza della diffusione del Covid-19, i progressi contro l’Hiv sono rallentati e le risorse ridotte. Nonostante la ricerca continui a fare importanti passi in avanti, per raggiungere l’obiettivo dell’Onu – che prevede di sconfiggere la malattia entro il 2030 – serve fare di più. L’Unicef ha infatti dichiarato che ogni giorno muoiono 301 bambini e adolescenti per cause legate all’Aids, soprattutto negli Stati africani, dove mancano gli strumenti adeguati.
Dall’’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma arriva una notizia positiva. Medici e ricercatori sono riusciti a mettere a punto una nuova procedura in grado di riconoscere se il virus è “dormiente”, individuando i bambini a rischio.

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