
Come preannunciato, Giorgia Meloni ha concluso la sua partecipazione al vertice Nato di Vilnius, in Lituania, con una conferenza stampa. Rispondendo anche alle domande di politica interna. Per la premier non c’è nessuna intenzione da parte del governo di aprire uno scontro con la magistratura. Al tempo stesso, pieno sostegno a Daniela Santanchè e Andrea Delmastro, al centro di vicende giudiziarie, così come alle riforme del Ministro della Giustizia Carlo Nordio. Presa di distanza invece dalle parole di Ignazio La Russa sul caso che riguarda le accuse di violenza sessuale al figlio Leonardo. «Comprendo da madre la sofferenza del Presidente del Senato, anche se non sarei intervenuta nel merito della vicenda».
Il vertice di Vilnus
Meloni si dice soddisfatta dei risultati ottenuti in ambito internazionale. «Abbiamo parlato molto di Ucraina, continuiamo a lavorare per un progetto negoziale che porti a una pace giusta e duratura», precisa la premier sul sostegno dell’Italia all’ingresso di Kiev nell’Alleanza Atlantica. «Pur ribadendo che l’Ucraina entrerà nella Nato quando le condizioni lo permetteranno». Nel corso della conferenza, Meloni ha accennato ai ritardi nell’attuazione del Pnrr. «La Commissione ha dichiarato che il lavoro col governo va avanti e sta dando frutti», per poi lanciare un’accusa polemica: «Vedo molto più allarmismo sul fronte italiano che in Ue. Non so questa polemica dell’opposizione quanto aiuti. Stiamo facendo il nostro meglio e ci piacerebbe vedere qualcuno dare una mano al posto di fare allarmismo».
Lo scontro con la magistratura
Entrando nel dibattito politico interno, Meloni dice che non ci sarà alcuna guerra con i giudici: «Chi confida nel ritorno dello scontro tra politica e magistratura, credo che rimarrà deluso». E aggiunge: «Noi abbiamo un programma chiaro, lo realizzeremo perché siamo persone che mantengono gli impegni e conveniamo che in Italia la giustizia ha bisogno di correttivi, va resa più veloce, efficiente, deve essere e apparire imparziale». Si procederà con le riforme del ddl Nordio, nonostante le forti critiche dall’Associazione Nazionale Magistrati. «La separazione delle carriere è nel nostro programma, con quali tempi dipende, ma è sicuramente uno degli obiettivi». Il governo, ribadisce, vuole portare avanti la riforma «non contro i magistrati, anzi speriamo di poterlo fare con il loro contributo».
Casi Delmastro e Santanchè
«Mi sono limitata a prendere atto di quelle che mi sono sembrate delle anomalie, ma sono casi diversi e vanno valutati ciascuno a sé», ha risposto la premier sulle vicende giudiziarie che coinvolgono gli esponenti della sua maggioranza. La questione Delmastro è «politica, riguarda un esponente del governo in esercizio del suo mandato». Poi aggiunge: «Per come la vedo io, il processo di parti e la terzietà del giudice significa che il giudice non dovrebbe sostituirsi al pm». Quella della Santanchè invece è una vicenda «extrapolitica, non riguarda la sua attività di ministro». Secondo Meloni compete «alle aule di tribunali e non alle trasmissioni tv. L’anomalia è che al ministro non viene notificata l’indagine, ma viene notificata a un quotidiano il giorno stesso in cui lei va in Aula per l’informativa».
Vicenda La Russa
Atteggiamento diverso sul caso di Leonardo La Russa. Dopo le accuse di violenza sessuale, il Presidente del Senato era intervenuto in difesa del figlio sollevando dubbi sulle tempistiche della denuncia. Le parole avevano scatenato una dura reazione delle opposizioni, che chiedevano alla Meloni di intervenire. «Tendo a sodalizzare per natura con una ragazza che denuncia e non mi pongo il problema dei tempi», ha risposto la premier. «Come governo, abbiamo approvato qualche settimana fa un ddl sulla violenza sulle donne, questo è da sempre il lavoro che parla per noi. Spero di aver chiarito il mio punto di vista su questa materia».