Viktoriia Roshchyna: organi asportati e segni di torture sul corpo della giornalista ucraina

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L’organizzazione non-profit Forbidden Stories ha condiviso, tramite numerosi giornali internazionali, le circostanze della morte di Viktoriia Roshchyna, giornalista ucraina catturata dai russi nell’agosto 2023 e deceduta nel settembre 2024, durante la detenzione. Il corpo della Roshchyna era stato riconsegnato solo lo scorso febbraio, ma ci sono volute settimane per l’identificazione.

La restituzione del corpo

È il 14 febbraio 2025, in un macabro incontro le forze armate russe riconsegnano, avvolti in teli di plastica bianca, i cadaveri di 757 soldati ucraini. Ciascuno dei corpi è contrassegnato da un numero, un nome, un luogo e in qualche caso le cause della morte. Sfogliando le pagine del registro consegnatogli, però, gli intermediari della Croce Rossa notano in fondo all’ultima pagina una voce diversa: «NM SPAS 757». È un’abbreviazione, che sta per «uomo non identificato» e riferisce di «danni estesi alle arterie coronarie».

Un’autopsia condotta successivamente rivela però qualcos’altro: non è un soldato, nemmeno un uomo, ma una donna. Solo a fine aprile un esame del Dna ne ha confermato l’identità: si tratta di Viktoriia Roshchyna, la giornalista ucraina rapita dai russi quasi due anni prima, della quale non si hanno notizie dall’ottobre 2024, quando il governo russo ne aveva confermato la morte.

Da quel momento della sua salma non si erano avute più notizie. I russi avevano a lungo rifiutato di restituirla e anche lo scorso febbraio lo hanno fatto dando informazioni false. Non solo sul genere, ma anche sulle circostanze della sua detenzione, compresa la morte.

Un corpo martoriato

Yurii Bielousov, capo del Dipartimento della Guerra presso la Procura Generale ucraina, ha dichiarato che sul corpo di Roshchyna sono stati rinvenuti numerosi segni di tortura e maltrattamenti. Oltre ai capelli rasati, ci sarebbero abrasioni e contusioni su diverse parti del corpo, una costola rotta e possibili indizi di scosse elettriche. «Le lesioni sono state inflitte mentre era in vita», ha aggiunto Bielousov. «Pertanto, vi è un’alta probabilità che le siano state inflitte torture».

Inoltre, dall’autopsia è emerso che il corpo riconsegnato è privo di cervello, occhi e laringe. L’ipotesi più probabile è che questi organi siano stati asportati per nascondere segni di torture o la vera causa della morte. Infatti, la frattura dell’osso ioide, rivelata da fonti vicine all’inchiesta ufficiale, sarebbe compatibile con uno strangolamento.

Chi era Viktoriia Roshchyna

Classe 1996, Viktoriia Roshchyna, per tutti Vika, indagava sul rapimento e la detenzione degli ucraini in Russia. Una ricerca pericolosa, che le era costata un primo arresto nel marzo 2022. Ma invece che scoraggiarla, questo episodio l’aveva spronata a continuare un lavoro dal quale familiari e colleghi avevano cercato di dissuaderla. Persino il canale televisivo Hromadske, suo principale datore di lavoro, aveva smesso di collaborare con lei, giudicando troppo rischioso quello che faceva.

La cronologia dell’arresto e della detenzione

È stato un calvario lungo quasi due anni quello che ha trasformato una giornalista impegnata nel denunciare gli orrori del conflitto in una delle vittime della detenzione in Russia. Di seguito una ricostruzione delle principali tappe della vicenda:

  • 25 luglio 2023: Viktoriia Roshchyna lascia per l’ultima volta l’Ucraina, diretta nei territori occupati dai russi;
  • 3 agosto 2023: la giornalista scompare, il suo telefono non risulta più connesso;
  • 4 ottobre 2023: dopo aver già dato l’allarme e presentato una denuncia nei mesi precedenti, la famiglia rende pubblica la scomparsa di Viktoriia;
  • 22 aprile 2024: in una lettera inviata al padre e datata 17 aprile il governo russo conferma la detenzione della reporter. Dopo la comunicazione viene consentita a Viktoriia una breve chiamata alla famiglia, sarà l’ultima;
  • 10 ottobre 2024: le autorità russe comunicano alla famiglia la morte della giornalista, avvenuta il 19 settembre;
  • 14 febbraio 2025: durante uno scambio di salme, il corpo di Viktoriia viene riconsegnato all’Ucraina, indicato semplicemente come NM SPAS 757.

Pochi giorni fa l‘esame del Dna e la conferma definitiva: quel corpo senza nome appartiene al 99% a Viktoriia Roshchyna.

Forbidden stories

Il lavoro di Roshchyna, così come la verità sulle circostanze del suo arresto e della sua morte, sono affidate all’iniziativa Viktoriia Project, ideata dall’organizzazione non-profit francese Forbidden Stories. Fondata nel 2017 dal francese Laurent Richard, Forbidden Stories è una rete internazionale di giornalisti. Lo scopo dell’organizzazione, si legge sul sito, è «proseguire le indagini di altri reporter che sono stati messi a tacere» con minacce, detenzioni illegittime e omicidi.

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Il Viktoriia Project è stato creato per indagare sulla scomparsa di Viktoriia Roshchyna e per denunciare come la Russia stia sistematicamente detenendo e torturando circa 16.000 civili ucraini (source: Guardian)

Secondo il CPJ, il Committee to Protect Journalists, il 2024 è stato l’anno in cui sono morti più giornalisti da quando il comitato esiste (cioè più di quarant’anni). La stragrande maggioranza provengono dalla striscia di Gaza, ma anche il conflitto russo-ucraino è costato la vita a tanti colleghi, messi a tacere dalla violenza di chi non vuole che la violenza sia raccontata.

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