L’attore Gene Hackman e la moglie Betsy Arakawa sono stati trovati morti mercoledì pomeriggio insieme al loro cane nella casa di Santa Fe, in New Mexico. Lui 95 anni, due volte premio Oscar con Il braccio violento della legge (1972) e Gli spietati (1993); lei 63 anni, pianista classica. I due erano sposati dal 1991. Non ci sono segni che possano far pensare ad un omicidio secondo lo sceriffo della contea Adan Mendoza. «Siamo nel bel mezzo di un’indagine preliminare sulla morte, in attesa dell’approvazione di un mandato di perquisizione», ha aggiunto.
Una grande carriera
Sessant’anni di carriera, oltre cento film. Considerato uno dei migliori interpreti di fine Ventesimo secolo, Gene Hackman nasce il 30 gennaio 1930 a San Bernardino, in California. Nel 1956 il matrimonio con Fay Maltese dalla quale ha tre figli: Christopher Allen, Elizabeth Jean e Leslie Annie. L’esordio a 34 anni con Lilith – La dea dell’amore (1964), poi il primo ruolo di spessore in Gangster Story (1967). Due premi Oscar, quattro Golden Globes, due Bafta e un SAG Award. Dall’eremita cieco Abelardo in Frankenstein Junior (1974) a un agente dell’Fbi in Mississippi Burning – Le radici dell’odio (1989), fino alle memorabili interpretazioni di «Little Bill» Daggett in Gli spietati di Clint Eastwood e il poliziotto Jimmy Doyle in Il braccio violento della legge. Nel 1974 Francis Ford Coppola lo dirige in La conversazione, dove interpreta un investigatore. Tra le altre performance anche quella del super cattivo Lex Luthor in tre film di Superman tra il 1978 e il 1987.
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Un attore dalla grande versatilità, si è destreggiato tra western (Pronti a morire, Wyatt Earp), commedia (Get Shorty), thriller (Potere assoluto e Nemico pubblico) e guerra (Allarme rosso). Non da meno il suo Henry Hearst in Under Suspicion (2000), un avvocato fiscalista che finisce al centro di un’indagine accusato di omicidio e pedofilia, torchiato dal detective Victor Benezet, interpretato da Morgan Freeman. L’anno dopo è il papà Royal ne I Tenenbaum di Wes Anderson.
Il suo ultimo film Due candidati per una poltrona arriva nel 2004. Poi il ritiro ufficiale dalla scena nel 2008.
L’amore per il cinema e la lontananza dall’essere hollywoodiano
«A Hollywood tutto ruota intorno al cinema: le conversazioni, le persone che vedi, la vita quotidiana. È totalmente narcisistico. Si finisce per dimenticare il motivo per cui si fa questo mestiere», raccontava Hackman al settimanale francese L’Express. Non amava considerarsi una star nel senso dello stereotipo hollywoodiano. Poche interviste rilasciate ma un grande carisma e una personalità nota per il suo umorismo istintivo.
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Dopo il ritiro si faceva vedere raramente in pubblico, mentre si dilettava nella stesura di cinque romanzi, tre di questi pubblicati insieme all’esperto di nautica e archeologia marina Daniel Lenihan. Nel 2021 in un’intervista al New York Post dice, parlando di Il braccio violento della legge: «Recitare è sempre stato un rischio, sia fisicamente che mentalmente, ma preferisco considerare quel film come un momento in una carriera fatta di successi e fallimenti».
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