Greta Thunberg è finanziata da George Soros?

Spesso al centro del dibattito, l’attivista svedese Greta Thunberg è anche la protagonista delle più disparate fake news. Tra le più recenti, quella che vede la giovane fondatrice di Fridays For Future essere una pedina nelle mani del finanziere e filantropo George Soros. A provare i rapporti tra i due sarebbe una foto, diventata virale sui social, che li ritrarrebbe insieme. È il volto simbolo della lotta al cambiamento climatico, talmente influente da essere stata eletta “persona dell’anno” dal New York Times nel 2019. 

Questa narrazione è stata rafforzata anche dal blog svedese dell’estrema destra cospirazionista NyaTider. Il sito si sofferma infatti sul rapporto tra Greta e l’attivista tedesca Luisa-Marie Neubauer. Quest’ultima, responsabile dell’organizzazione di molte proteste per il clima in Germania, fa parte di One Campaign, un’organizzazione impegnata nella lotta contro la povertà estrema. Un’associazione che, però, alcuni ritengono essere affiliata a Soros. Ma è effettivamente così? L’attivista più influente degli ultimi anni e il rinomato imprenditore-filantropo hanno davvero un legame?  

Il legame tra Neubauer, One Campaign e George Soros  

One Campaign, l’associazione di cui fa parte Luisa-Marie Neubauer, frequentemente in piazza al fianco di Greta, è un’organizzazione indipendente e, benché riceva fondi da diverse istituzioni e benefattori, non è pertanto un’entità controllata direttamente da Soros. Fondata nel 2004 e con sede in 12 paesi, One Campaign pubblica regolarmente la lista dei finanziatori sul proprio sito ufficiale. Tra questi figura la Bill & Melinda Gates Foundation, società dell’imprenditore informatico e filantropo statunitense Bill Gates, ma anche la Open Society Foundation proprio di George Soros. Inoltre, nel Consiglio di amministrazione di One Campaign è presente Morton H. Halperin, ex responsabile della programmazione politica al Dipartimento di Stato USA e consulente senior, ancora una volta, di Open Society.  

Sebbene, quindi, in questo caso ci sia effettivamente un legame tra Soros e l’associazione, è bene sottolineare che Morton H. Halperin, è solo uno dei 21 membri totali del Cda di One Campaign. Risulta difficile pensare che possa quindi esercitare un’influenza tale da porre gli interessi di Soros al di sopra della mission della fondazione. In aggiunta, l’associazione opera in maniera trasparente, segnalando nei propri bilanci, pubblici e facilmente reperibili online, tutte le donazioni di importo superiore ai 5mila dollari. Insomma, le grandi organizzazioni internazionali come One Campaign ricevono fondi da molteplici fonti, incluse associazioni filantropiche di diverso orientamento. La presenza di un singolo individuo affiliato a una fondazione di Soros non implica che l’organizzazione sia diretta o influenzata da lui.  

Fridays For Future collabora con One Campaign? 

Non sembra esserci un legame neanche tra One Campaign e Fridays For Future. Le associazioni operano su temi differenti. L’organizzazione di cui fa parte Neubauer si concentra infatti sulla lotta alla povertà e si batte per la salute globale, senza alcuna connessione diretta con il movimento di Greta Thunberg. La stessa Neubauer ha più volte smentito qualsiasi legame tra Soros e Fridays for Future, ribadendo come il movimento di Greta operi grazie all’impegno dei giovani attivisti e al sostegno di donazioni indipendenti. 

Il post di Greta con Soros  

La foto che circola sui social e che viene utilizzata per suggerire un legame diretto tra Greta e Soros è in realtà un falso. Si tratta di un’immagine modificata digitalmente che sfrutta l’ampia notorietà di entrambi per alimentare teorie infondate. Il volto di Soros è infatti stato sostituito con quello dell’ex vicepresidente degli Stati Uniti, attivista per il clima, Al Gore. L’immagine originale è stata postata dalla stessa Greta il 30 dicembre 2018 sul suo account personale sul social network X, dove tuttora è ancora reperibile.  

Gli investimenti green di Soros 

George Soros ha finanziato e finanzia molte iniziative, anche i cosiddetti progetti “green”. Ma, piuttosto che essere mosso da sentimenti ecologisti, vicini alle idee di Fridays For Future, si muove con lo sguardo dell’imprenditore. Nel 2010 Soros, come riporta un articolo di Repubblica dell’epoca, stava «cercando delle opportunità redditizie». Da lì l’annuncio della sua volontà di investire un miliardo di dollari nello sviluppo delle tecnologie legate alla produzione di energia rinnovabile. «Il riscaldamento globale è un problema politico, non scientifico», aggiungeva.  

Il mantra del magnate 

Capitalismo e politica. Questo il mantra del magnate. E sul fronte politico, infatti, il suo impegno è volto non tanto sulla giustizia climatica quanto piuttosto sul fronte immigrazione. «I nostri finanziamenti aiutano le organizzazioni che lavorano per assicurare che i rifugiati e i migranti siano trattati con dignità e umanità dalle autorità, al sostegno delle comunità locali ospitanti e dei volontari che forniscono servizi come lezioni di lingua», riporta l’Open Society Foundations.

Nel 2018, una settimana dopo il successo della Lega alle elezioni politiche, scrisse una lettera al Corriere della Sera. «La Ue deve cambiare i regolamenti esistenti – di Dublino, ndr – e pagare gran parte di quanto serve per integrare e sostenere i migranti che sono bloccati in Italia», diceva Soros. Insomma, il suo impegno ha un forte sapore politico. Infatti, ciò a cui sembra particolarmente sensibile è la «difesa della democrazia dai dittatori», suoi arcinemici. «Come Matteo Salvini, potenziale dittatore italiano» che dalla spiaggia del Papeete aveva chiesto «pieni poteri». 

Nel 2022, Soros ha finanziato il partito +Europa di Emma Bonino. L’allora segretario Benedetto Della Vedova ha ricevuto 312mila euro, come “contributo di provenienza estera autocertificato dal candidato”. Stessa somma ricevuta anche da Riccardo Magi e dall’imprenditore Giordano Masini, membro della segreteria di +Europa. In totale il partito ha ricevuto dal magnate oltre 1 milione di euro. 

Soros ha finanziato anche un’associazione legata al Partito Democratico. Si tratta di “Agenda”, con sede a Roma. L’associazione, fondata durante la campagna presidenziale statunitense del 2008 da esponenti del Pd assieme ad alcuni ex dello staff di Obama, ha ricevuto oltre 1 milione di euro tra il 2022 e il 2023. 

Le posizioni di Fridays for Future 

Fridays for Future la vede in modo molto diverso. Per il movimento, il cambiamento climatico è prima di tutto un problema che emerge su basi scientifiche. La politica è piuttosto vista come lo strumento grazie al quale è possibile invertire la rotta. Anche se dal 7 ottobre qualcosa sembra cambiato. Da quando il movimento ecologista ha abbracciato le proteste pro Palestina, Fridays for Future ha un sapore sempre più politico. Il movimento non fornisce documenti che attestino le somme ricevute dalle donazioni. Sul sito di Fridays for Future la sezione del bilancio delle entrate e delle spese è lasciata in bianco. Tuttavia, da fonti interne al movimento, basta «mettere a confronto le posizioni sul cambiamento climatico di Greta e di Soros, per vedere che sono diverse», quindi inconciliabili. 

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