Prima della Scala, quest’anno ci sarà anche Sergio Mattarella

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sarà alla Scala di Milano venerdì 7 dicembre per assistere alla Prima di Attila, l’opera di Giuseppe Verdi che inaugura la stagione lirica 2018/19, con la direzione di Riccardo Chailly e la regia di Davide Livermore. Si tratta della “prima” Prima per il Presidente della Repubblica da quando è stato eletto nel febbraio 2015. Mattarella, infatti, non aveva potuto partecipare all’inaugurazione della stagione lirica del principale teatro d’opera di Milano nelle due annate precedenti.

Nel 2016 fu impossibilitato a presenziare a causa della crisi di governo che aveva coinvolto l’Italia all’indomani delle dimissioni del premier Renzi dopo la debacle nel referendum costituzionale mentre nel 2017 era impegnato in quei giorni a Lisbona in Visita di Stato da Marcelo Rebelo de Sousa, il presidente lusitano. Quest’anno invece la sua presenza nel palco Reale del Piermarini, quello riservato alle massime autorità, è stata confermata per lo spettacolo che ha già registrato il tutto esaurito.

Insieme a Mattarella, sono date per certe le presenze del ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli, di quello dell’Istruzione Marco Bussetti e di quello dell’Economia Giovanni Tria. E con loro potrebbe esserci anche, in rappresentanza del governo, il vicepremier Matteo Salvini: anche per lui sarebbe una prima volta da ministro, anche se in anni passati aveva già presenziato alla Prima da consigliere comunale di Milano, sfoggiando cravatte verde-lega. In dubbio invece la presenza del presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati che non ha ancora confermato la sua partecipazione.

Non si tratta ovviamente, però, di un esordio assoluto per Mattarella alla Scala. Il presidente c’era già stato nel marzo 2017 in occasione delle celebrazioni del 150esimo anniversario della nascita di Arturo Toscanini, il direttore d’orchestra che nella sua carriera ha più volte dato vita a magnifici spettacoli proprio al Teatro della Scala.

 

Niccolò Bellugi

Senese, laureato in Scienze Politiche. Da toscano capita che aspiri qualche consonante, ma sulla "c" ci tengo particolarmente: Niccolò, non Nicolò. La mia è una sfida: mascherare il mio dialetto originario per poter lavorare in televisione o radio. Magari parlando di Sport. Ma tutto sommato va bene anche un giornale, lì non ho cadenze di cui preoccuparmi.

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