Siria: Erdogan dichiara il centro di Afrin sotto il controllo turco

Sollevando la polvere e distruggendo i più svariati vessilli curdi, l’esercito turco e il gruppo di opposizione Free Syrian Army (FSA) sono entrati domenica 18 marzo nella città di Afrin nella Siria settentrionale e hanno stabilito il «pieno controllo dell’insediamento». A chiarirlo è stato oggi il presidente turco Recep Tayyip Erdogan da Ankara, dove si celebra l’anniversario della vittoria di Canakkale, quando nel 1915 l’impero ottomano grazie a delle mine piazzate nel Mar di Marmara, riuscì a respingere l’assalto della Royal Navy inglese e della marina francese che intendevano occupare Istanbul.

La dichiarazione del premier arriva all’indomani dell’ingresso nella città principale dell’enclave curda: nella mattina di ieri, dopo due mesi di offensiva militare, i ribelli siriani appoggiati dalla Turchia sono entrati infatti nel centro di Afrin, capoluogo del cantone curdo nel Nord-Ovest della Siria, sotto attacco da due mesi. Qui, riuscendo a penetrare da Ovest e da Est nonostante la forte resistenza dei combattenti curdi dello Ypg, hanno poi lasciato aperto un corridoio a Sud-Est.
«Con l’occupazione turca di Afrin, tutto il nord della Siria è in pericolo» ha denunciato un alto dirigente curdo siriano, Aldar Xelil, secondo il quale inoltre, il premier turco starebbe puntando a ristabilire l’influenza in Siria che fu dell’impero Ottomano.

Stando a fonti locali curde e all’Osservatorio siriano per i diritti umani, Afrin sarebbe pertanto ormai quasi interamente sotto il controllo turco, anche se permarrebbero alcune sacche di resistenza di combattenti curdi dell’Ypg (Unità di protezione popolare). E sarebbe di almeno 10 morti il bilancio dei civili uccisi nelle ultime ore dai nuovi raid aerei governativi russi e siriani nella Ghuta e in altre aree vicino alla capitale Damasco.

Così la guerra contro «l’occupazione turca entra in una nuova fase». È quanto ha affermato un alto funzionario curdo-siriano, Othman Sheikh Issa, chiarendo come d’ora in avanti si passerà dallo scontro diretto alla guerriglia, «colpire e scappare» fino alla liberazione, precisando che le milizie curde restano presenti nella zona.
Intanto, come reso noto da un tweet, il presidente siriano Bashar al Assad si è recato sul fronte dell’enclave ribelle della Ghuta orientale «con gli eroi dell’esercito siriano».

(cc)

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