Il discorso di Trump alla nazione: il muro è essenziale

Chi si aspettava la proclamazione dello stato di emergenza, è rimasto spiazzato. Almeno per ora. Il presidente americano Donald Trump non si è spinto oltre nel duro braccio di ferro che ha portato da tre settimane allo shutdown – la parziale chiusura del governo federale e che rischia di far passare alla storia il blocco delle attività (e degli stipendi) federali come il più lungo di sempre.

Il capo della Casa Bianca, nell’ attesissimo discorso in diretta tv dallo Studio Ovale tenuto nella notte del 9 gennaio (intorno alle 3, ora italiana), in 9 minuti di intervento ha sottolineato l’esigenza di trovare un accordo sul muro col Messico, definendo la barriera «assolutamente essenziale» per la sicurezza nazionale. «Il muro è una scelta fra giusto e sbagliato, fra giustizia e ingiustizia. Quando ho giurato per diventare presidente mi sono impegnato e determinato a proteggere il paese e questo è quello che farò», ha detto il tycoon nella diretta. «C’è chi dice che il muro è immorale – continua riferendosi all’espressione usata dalla speaker della Camera Nancy Pelosi – ma molti costruiscono recinzioni e barriere per le loro case non perché odiano le persone che stanno fuori, ma perché amano quelle che sono dentro». Definendo infine la richiesta di 5,7 miliardi di dollari per la realizzazione del muro «solo una questione di buon senso», ma, aggiunge «i democratici si rifiutano di finanziarlo».

Trump ha inoltre detto che il nuovo North American Free Trade Agreement (NAFTA), l’accordo commerciale tra Stati Uniti, Canada e Messico in fase di rinnovo, consentirà di avere le risorse economiche necessarie per costruire il muro. È una frase che il presidente ha ripetuto spesso in passato e che ha raccolto diverse critiche.

Alcuni passaggi del discorso di Trump sono stati piuttosto duri e indirizzati contro i Democratici, accusati di essere la vera causa dell’attuale shutdown. Trump ha poi sostenuto che i migranti entrati illegalmente negli Stati Uniti siano autori di «efferati omicidi a sangue freddo» nei confronti dei cittadini americani.

Al duro messaggio di Trump i Democratici hanno risposto tramite la speaker della Camera, Nancy Pelosi, e il leader di minoranza del Senato, Chuck Schumer, che hanno letto un breve comunicato. Pelosi ha ricordato che le donne e i bambini lungo il confine con il Messico «non sono una minaccia per la sicurezza, ma un problema umanitario». Ha poi accusato Trump di «tenere in ostaggio il popolo statunitense» inventandosi una crisi che non esiste, e invitandolo a riaprire il governo mentre proseguono i negoziati. Schumer ha accusato Trump di avere fatto appello «alla paura e non ai fatti», dicendo che il simbolo degli Stati Uniti «dovrebbe essere la Statua della Libertà, non un muro alto 9 metri», criticando inoltre l’uso da parte di Trump dello Studio Ovale, utilizzato impropriamente dal presidente «per creare una crisi, instillare paura e distrarre l’attenzione dalla difficoltà della sua amministrazione».

 

Sofia Francioni

Laureata in Lettere Moderne e cresciuta dentro la redazione della cronaca della Nazione di Firenze, vorrebbe diventare una cronista "sconosciuta e felice"

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