L’abito fa il manifestante: Cina vieta esportazione di abiti neri a Hong Kong

Hong Kong

Il nero ha una lunga storia come colore di protesta. Già le Pantere Nere, movimento per i diritti degli afroamericani, vestivano con giacche, pantaloni e scarpe di pelle nera. E anche a Hong Kong, gli abiti scuri rappresentano la rivolta: i manifestanti in strada vestono di nero, e sono così tanti che il colore è diventato automaticamente un simbolo. La Cina, quindi, sta cercando di impedire l’esportazione di vestiti di quel colore da luglio.

Lo riporta il quotidiano cinese South China Morning Post, che nei mesi ha raccolto prove e testimonianze. Già l’11 luglio non si potevano spedire a Hong Kong elmetti e ombrelli gialli, inizialmente portati dai manifestanti. A dare la notizia non sono stati i giornali, ma la società di spedizioni della regione costiera cinese di Guangdong, PHXBUY. Il 26 settembre, anche la società Express di Guangdong ha diffuso una lista ancora più lunga di prodotti vietati. Tra questi cinturini da polso, occhiali da sole, walkie talkie, amplificatori, altoparlanti, droni, forbici da giardino, catene di metallo, torce e binocoli. 

Il provvedimento è diventato un problema più per le aziende di abbigliamento che per i manifestanti. Tra i marchi in difficoltà c’è CHSN1, molto in voga a Hong Kong. I suoi capi sono quasi esclusivamente neri, pensati per uno stile sportivo. Il fondatore Brian Au ha detto che tutti gli spedizionieri si sono rifiutati di consegnare vestiti di quel colore. Nulla è concesso, neppure inviare campioni.

 

 

 

Gabriella Mazzeo

24 anni, giornalista praticante. Attualmente scrivo per MasterX, prossimamente scriverò per qualsiasi testata troverete in edicola. Per ora intaso il vostro internet, fra diversi anni forse anche le vostre tv. Nel dubbio, teniamoci in contatto

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