Milano, venerdì in corso Venezia la partenza del Rally storico di Montecarlo

Se venerdì pomeriggio passando da Corso Venezia vi imbattete in sessantacinque auto da rally storiche non preoccupatevi, non siete tornati indietro nel tempo.

La locandina dell’evento, partenza il 30 gennaio e arrivo il 6 febbraio.

State semplicemente assistendo alla partenza del 22esimo Rally storico di Montecarlo, la corsa automobilistica riservato alle vetture che hanno partecipato al Rallye di Monte-Carlo tra il 1955 e il 1980. Così l’Automobile Club di Milano festeggerà i suoi 115 anni.

Il programma prevede l’arrivo e l’esposizione delle auto in via Senato dalle 15 alle ore 20 di giovedì all’interno dei chiostri del Palazzo del Senato, sede dell’Archivio di Stato di Milano.

Alcune auto arriveranno direttamente da Atene, altra città scelta dall’organizzazione del rally come punto di ritrovo e piazza di partenza. Oltre a Milano e Atene infatti i partecipanti al rally potranno partire per Montecarlo anche da Reims in Francia, Bad Homburg in Germania, Glasgow in Scozia o Barcellona in Spagna.

Domani inoltre, i visitatori, dopo aver ammirato le vetture esposte, potranno anche assistere, lì nella cornice della Sala Affrescata del Palazzo del Senato, a una conferenza sull’architetto milanese Gio Ponti.

Venerdì primo febbraio invece, davanti al palazzo dell’Automobile Club Milano, in corso Venezia, è prevista per le 18 la partenza della prima auto, seguita poi dalle altre al ritmo di una al minuto. Le auto sfileranno così per il centro città, con un controllo di passaggio e la presentazione al pubblico in Piazza del Duomo tra le 18,30 e le 19,45, dove sarà allestita una passerella.

La giornata terminerà con una parata in pista all’Autodromo nazionale di Monza. Poi i motori si scalderanno per davvero con un solo obiettivo nella testa dei piloti: inerpicarsi con l’ausilio del freno a mano per i celebri tornanti del Principato e raggiungere Montecarlo entro mercoledì 6 febbraio.

Niccolò Bellugi

Senese, laureato in Scienze Politiche. Da toscano capita che aspiri qualche consonante, ma sulla "c" ci tengo particolarmente: Niccolò, non Nicolò. La mia è una sfida: mascherare il mio dialetto originario per poter lavorare in televisione o radio. Magari parlando di Sport. Ma tutto sommato va bene anche un giornale, lì non ho cadenze di cui preoccuparmi.

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