Strage di Viareggio, gli ex vertici di Ferrovie condannati anche in Appello

La Corte d’appello di Firenze ha condannato a 7 anni Mauro Moretti, ex ad di Fs e di Rfi, imputato per la strage ferroviaria di Viareggio del 29 giugno 2009. La sentenza di secondo grado arriva a nove giorni dal decimo anniversario dell’esplosione in cui persero la vita 32 persone. Per Moretti, che anche in primo grado era stato condannato a 7 anni, la procura generale aveva chiesto 15 anni e 6 mesi con le accuse di disastro, omicidio plurimo colposo, lesioni colpose e incendio. Insieme all’ex ad di Fs, assente al momento della lettura della sentenza, condannati a 6 anni Michele Mario Elia (ex ad di Rfi) e Vincenzo Soprano (ex ad Trenitalia). Il tribunale di Lucca li aveva condannati il 31 gennaio 2017 con accuse di omicidio colposo e disastro ferroviario.

La procura generale aveva chiesto condanne per 17 imputati, accusati, a vario titolo, di disastro ferroviarioomicidio e lesioni plurime colposeincendio. Nove sono amministratori e dirigenti di società tedesche ed austriache che facevano manutenzione dei carri merci in appalto (la pena più alta a Rainer Kogelheid, ad di Gatx Rail Germania, condannato a 8 anni e 8 mesi).

Assolti i dirigenti della direzione tecnica Rfi Giovanni Costa, Giorgio Di Marco, Giulio Margarita e Enzo Marzilli, che in primo grado erano stati condannati a pene tra sei anni e sei anni e mezzo. Per Giulio Margarita (oggi dirigente di Ansf, l’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria) il pg aveva chiesto 12 anni e sei mesi, ma per i giudici “il fatto non sussiste”.

Le reazioni

I familiari delle 32 vittime riunite nell’associazione ‘Il mondo che vorrei’ sono Arrivati in pulmann al Palazzo di Giustizia, portando con sé le foto dei parenti deceduti. “Vogliamo una sentenza lineare e un aumento delle pene”, aveva dichiarato entrando in aula Daniela Rombi, madre della ventunenne Emanuela Menichetti, una delle vittime della strage, morta a causa delle gravi ustioni riportate a seguito dell’esplosione del vagone cisterna. Alla lettura della sentenza anche il sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro: “Oggi è stato fatto un passo avanti verso la giustizia, il secondo grado conferma che ci sono delle responsabilità chiare. Certo questo non vuol dire che termina il dolore, il dolore è ancora vivo e non è con delle sentenze che si risarcisce una ferita grande e aperta nel cuore della città. Oggi si chiude un capitolo almeno in parte, perché immagino ci sarà la Cassazione”.

 

Daniela Rombi, madre della vittima Emanuela Menichetti
L’incidente

L’incidente Alle 23,48 del 29 giugno 2009 un treno merci parte da Trecate, in Piemonte, per arrivare aGricignano, in Campania. Deraglia in prossimità della stazione ferroviaria di Viareggio. Una delle cisterne trasportanti Gpl si rovescia su un fianco e si rompe sbattendo a forte velocità contro un ostacolo (un picchetto secondo l’accusa, una zampa di lepre per la difesa). Dalla fessura che si era formata comincia a fuoriuscire il gas che si propaga sui binari e sulle abitazioni vicine. Case, negozi, uffici, automobili vengono avvolti dal fuoco e dal fumo. Il bilancio è di 32 morti.

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