Napoli, bomba davanti alla sede storica di Pizzeria Sorbillo

Una bomba è esplosa nella notte davanti all’ingresso della storica Pizzeria Sorbillo, in via Tribunali, nel centro storico di Napoli. Il guardiano notturno, che si trovava all’interno del locale, è rimasto illeso. Cinque anni fa la stessa sede storica fu invece incendiata.

Il piano terra della pizzeria è rimasto danneggiato dall’esplosione e i due portoni blindati posti all’ingresso hanno attutito il colpo, evitando in questo modo il ferimento del guardiano, il quale si trovava a pochi passi dalla porta vetrata. I danni ammonterebbero a qualche migliaia di euro.

Gino Sorbillo, il proprietario dell’ormai famoso brand, ha annunciato su Facebook la chiusura della pizzeria a causa bomba, assicurando però gli affezionati clienti che riapriranno presto. Lo stesso Sorbillo spera che le forze dell’ordine riescano a rintracciare l’autore del gesto: «Sono in contatto con sindaco e forze dell’ordine che stanno esaminando le immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza. Io ho 24 telecamere in zona, tutti i commercianti hanno sistemi di videosorveglianza, credo che le forze dell’ordine possano individuare targa e tratti somatici dell’autore». Si crede infatti che chi abbia piazzato l’ordigno sarebbe in seguito fuggito a bordo in un motorino. Sorbillo non ha escluso che si possa esser trattato di un racket: «Credo ci siano nuovi equilibri tra clan, sembra una dimostrazione di forza».

Dal suo profilo Instagram anche il vice Premier Luigi Di Maio ha espresso solidarietà verso il famoso pizzaiolo: «Caro Gino, non ti devi scusare con nessuno, il mondo conosce la bellezza di Napoli e il valore del suo popolo. Chi si deve scusare è chi ancora tenta di oscurare la bellezza della nostra terra con questi gesti vili. Nell’ultima settimana ci sono state 8 bombe nella provincia di Napoli. Lo Stato deve farsi sentire adesso più che mai».

Pizzeria Sorbillo è l’ambasciatore della pizza italiana nel mondo, con un brand affermato anche all’estero grazie all’uso sapiente della comunicazione via social. «Ci siamo adoperati attraverso rete e social per comunicare una città diversa, forse hanno voluto attaccare un simbolo di questa rinascita» ha concluso amareggiato il proprietario.

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